Lazio, i numeri non mentono: Keita
deve giocare, è il migliore degli attaccanti

Lazio, i numeri non mentono: Keita deve giocare, è il migliore degli attaccanti

di Piergiorgio Bruni
ROMA - Ventinove presenze fra campionato e coppe, con cinque reti all’attivo. Non fanno stropicciare gli occhi, ma quelle di Keita sono cifre chiare. Talmente evidenti che, secondo molti, dovrebbero consentirgli di avere maggior spazio nelle rotazioni offensive di Pioli. Almeno in teoria.

Perché, studiando i dati statistici, emerge che l’allenatore biancoceleste, quando può, preferisce schierare in campo un giocatore più esperto e potente fisicamente. Dando per scontata la sua predilezione per la fascia, dove grazie alla velocità riesce spesso a creare la superiorità numerica, il giovane senegalese, tuttavia, non sarebbe neppure nuovo al quel tipo di ruolo. La scorsa estate, infatti, durante la partita d’andata del preliminare di Champions col Bayer Leverkusen, a causa dell’infortunio di Klose nel primo tempo, il tecnico lo schierò al centro dell’attacco. L’inizio non fu facile, ma gli bastò un mezz’oretta per mettere in porta un gol da bomber vero. Da quel match ne seguirono altri in quella posizione e, seppur non segnando, regalò ai compagni spazi e assist vincenti.

Evidentemente, non abbastanza. Pioli, come detto, non lo considera un titolare. Con quelli di domenica sono 1207 i minuti disputati in serie A, 1572 quelli totali. Davvero pochi per un ragazzo che, ad oggi, è il terzo cannoniere della Lazio, dietro Felipe Anderson (6 gol) e Candreva (7). Meglio di Matri, Djordjevic e persino Klose. A proposito del tedesco, ieri, il numero 11, presente alla facoltà di Economia di Tor Vergata per ritirare il premio Etica nello sport (consegnato anche a Montezemolo che ha rilevato che anni fa aveva pensato di acquistare proprio la Lazio), ha fatto sapere che giocherà altri 2 anni e ha parlato del momento attuale. «La squadra dà tutto in allenamento, ma l'importante è far vedere in partita quanto si vale. E questo qualche volta è difficile, magari perché c'è nervosismo o non lavoriamo tutti insieme da squadra». Sollecitato da uno studente sui prossimi impegni di Europa League. «Se la Lazio la vincerà? Bella domanda. Non lo so. Abbiamo le qualità come squadra ma dobbiamo dimostrarlo sul campo». A Tor Vergata c’era anche il presidente Lotito, contestato da un gruppo di studenti.
Ultimo aggiornamento: Martedì 8 Marzo 2016, 08:53

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