Giacca e cravatta, idee chiare e sorrisi: l'era Sarri comincia così
di Alberto Mauro
Sarri strappa anche sorrisi al debutto, ripercorre la sua carriera ventennale, vede la Juve come tappa quasi fisiologica di un percorso che poche settimane fa l’ha portato a vincere il primo trofeo continentale, l’Europa League col Chelsea. Giornata fitta di impegni per Sarri, atterrato ieri poco dopo le 19 all’aeroporto di Caselle – voli privati – prelevato sotto bordo dalla Juventus per il primo contatto con le strutture della Continassa, scortato da Nedved e Paratici. Pavel era in prima fila alla presentazione insieme al presidente Agnelli e le alte cariche bianconere, Fabio seduto accanto a lui in conferenza. La sensazione è che Sarri sappia esattamente cosa vuole dalla Juventus e viceversa: progetto condiviso e obiettivi comuni. Non incespica mai sulle parole e nemmeno sugli argomenti più spinosi, come il presunto “tradimento” di cui è accusato dai tifosi del Napoli, va dritto per la sua strada con la convinzione di poter aprire un nuovo capitolo (o forse ciclo) della storia juventina. Contro tutto e tutti, come sempre, anche a Torino dove dovrà conquistare la piazza prima coi risultati e poi con il bel gioco.
Le priorità immediate: «Parlerò con due/tre giocatori più rappresentativi per farmi un’idea», uno di questi sarà sicuramente Ronaldo che Sarri potrebbe raggiungere in vacanza in Grecia. Ma prima c’è la trafila della firma ufficiale e delle foto di rito in sede, prima di iniziare a valutare possibili soluzioni abitative a Torino. Poi un po’ di relax prima di tuffarsi nella nuova avventura, senza riserve. «Il dito medio? Reazione eccessiva nei confronti di 10-15 stupidi che mi urlavano “terrone di merda”, non contro i tifosi della Juventus. Ho letto sulla Treccani che il Sarrismo è una filosofia calcistica e non solo» racconta, da oggi Juve e Sarrismo saranno una cosa sola.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 20 Giugno 2019, 20:50
© RIPRODUZIONE RISERVATA