L'arbitro Sacchi non le stringe la mano, l'assistente Di Monte chiude il caso: «Solo un fraintendimento»

L'arbitro Sacchi non le stringe la mano, l'assistente Di Monte chiude il caso: «Solo un fraintendimento»

di Redazione web

Un video di pochi secondi che fa il giro del web, bufera e indignazione durate oltre un giorno, ma il caso è chiuso. A mettere la parola fine alle polemiche sull'arbitro Luca Sacchi, che nel tunnel prima di Lecce-Sassuolo non aveva stretto la mano all'assistente Francesca Di Monte, ci ha pensato proprio quest'ultima.

L'arbitro Sacchi nega il saluto all'assistente Francesca Di Monte. Polemiche sul web VIDEO

Di Monte chiude il caso

Sul web le immagini erano diventate virali: l'arbitro stringe la mano al capitano del Sassuolo, poi si gira e tende la mano per stringerla al capitano del Lecce, ma evita quella dell'assistente. Un episodio di sessismo, secondo decine e decine di commenti sui social. Ma quale sessismo, dice lei: «Mi dispiace che sia stato definito un caso un semplice gesto di fraintendimento: ho letto parole grosse verso un collega che non ha avuto nessuna mancanza di rispetto e verso un gesto istintivo che invece è stato definito sessista», ha detto Francesca all'ANSA.
 


«Con lei ho un rapporto splendido, a fine gara abbiamo riso insieme dell'episodio», aveva detto invece lo stesso Sacchi, difeso anche da fonti dell'AIA: «È assolutamente da escludere un gesto sessista - spiegano fonti dell'Associazione italiana arbitri all'ANSA - e ovviamente anche uno sgarbo personale. Il problema per noi non esiste, è stato solo un gesto involontario e male interpretato: i due tra l'altro hanno dimostrato grande feeling in campo e il loro rendimento è stato ottimo. Stupisce piuttosto - concludono all'Aia - che si parli di sessismo all'interno di un'associazione che ha fatto dell'abbattimento di ogni barriera di genere uno dei suoi principali traguardi raggiunti». 

Le parole dell'assistente

«Mi dispiace che sia stato definito un caso un semplice gesto di fraintendimento: ho letto parole grosse verso un collega che non ha avuto nessuna mancanza di rispetto e verso un gesto istintivo che invece è stato definito sessista». «Nel pre gara, ancora nel tunnel, l'arbitro saluta i capitani mentre noi abbiamo un nostro momento di saluto in campo prima del fischio d'inizio - spiega Di Monte -.

Il mio volto appare stupito e imbarazzato semplicemente perché sono stata colta di sorpresa e mi dispiace che venga strumentalizzato un breve video per toccare temi molto pesanti che invece richiedono una forma di rispetto e delicatezza diverse. Il tema della mancanza di rispetto e della violenza verso una donna - conclude l'assistente - mi sta molto a cuore ma non è questa la situazione». 

Cosa ha detto l'arbitro Sacchi

«E incredibile come sia nato un caso da questo episodio - afferma l'arbitro Sacchi -. Nè io e né lei ci saremmo immaginati queste reazioni. Ovviamente, non ho visto che Francesca mi stava dando la mano. Avevo appena salutato il capitano del Sassuolo e mi sono girato per fare altrettanto con quello del Lecce. Con gli assistenti e il quarto uomo ci eravamo già salutati e poi ci siamo stretti la mano dopo il sorteggio, come certificano le immagini». «Negare il saluto a un collega, che sia uomo o donna, è un gesto che assolutamente non mi appartiene - prosegue l'arbitro di Macerata - e sono molto dispiaciuto che si insinui il contrario. Sappiamo benissimo che sono tantissime le persone che ci guardano e che siamo sempre sotto esame, ma insinuare che in un contesto del genere mi sarei permesso di fare un gesto così odioso come negare il saluto a una collega, mi offende e lede la mia reputazione di uomo e di arbitro».

A negare ogni possibile intento irrispettoso nella vicenda è poi Katia Senesi, che fa parte del Referee convention panel dell'Uefa ed è «molto dispiaciuta per dover leggere da due giorni parole molto pesanti sui giornali dove due nostri arbitri, due brave persone, due professionisti, sono finiti nel fango per un malinteso creato sui social. In Aia - spiega - le associate sono considerate al pari degli uomini. È spiacevole vedere come siano stati entrambi strumentalizzati senza pensare alle conseguenze. Il video spiega tutto bene se si ha la voglia di guardarlo senza secondi fini, il saluto nel tunnel non è stato fatto a nessuno dei due assistenti, come da prassi. Dietro alla figura di un arbitro o di un assistente c'è una persona che fa sacrifici, ci sono famiglie e figli che ne soffrono. Questa gogna - conclude Senesi - rischia di alimentare rancori o rivendicazioni, mentre noi cerchiamo di farci conoscere per quello che siamo e facciamo ogni giorno». 


Ultimo aggiornamento: Domenica 8 Ottobre 2023, 17:12

© RIPRODUZIONE RISERVATA