Quando il ciclone Black Lives Matter ha soffiato sulle decennali rivendicazioni dei Nativi Americani, l’incendio mediatico che ne è divampato ha lasciato Washington priva di uno dei propri simboli sportivi, il “pellerossa” che per tre volte aveva sventolato sulle bandiere dei vincitori del Super Bowl. Era il 13 luglio 2020 e i giocatori della squadra della capitale, dopo quasi cento anni, smettevano ufficialmente di essere “Redskins”, nickname giudicato offensivo verso gli Indiani d’America. Visti i tempi stretti con l’inizio della stagione successiva e considerata l’importanza strategica che i nomignoli assumono nello sport Usa, la squadra ha disputato tutta la scorsa stagione con l’etichetta generica di Washington Football Team e, sorpresa delle sorprese, una stagione dopo scopre che l’idea si è rivelata vincente. Lo dice prima di tutto il merchandising, che ha registrato un incremento delle vendite rispetto all’anno precedente. Sicuramente hanno aiutato i risultati sul campo, con la squadra che è tornata a disputare i playoff - assaggiati per l’ultima volta nel 2015 - vincendo la propria Nfc East Division. Ma non era un risultato scontato, considerando quanto pesi il simbolo di appartenenza. E così adesso non è da escludere che il nome della franchigia possa restare questo anche in futuro. Non c’è un simbolo, ma in fondo essere l’unica squadra dello sport statunitense a non averlo, è comunque un modo per rimarcare la propria unicità.
IL CONTEST
Per la scelta si sono raccolti oltre 40 mila suggerimenti dei tifosi, oltre a focus e sondaggi gestiti direttamente dalla società.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Settembre 2021, 07:30
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