'Perché boh', Enrico Bertolino domani al Brancaccio:
“Referendum? Mi preoccupa la rassegnazione”

'Perché boh', Enrico Bertolino domani al Brancaccio: “Referendum? Mi preoccupa la rassegnazione”

di Tiziana Boldrini
Ideatore dell'instant theatre, Enrico Bertolino debutta a Roma con il nuovo format portando in scena Perché boh, sull'imminente referendum costituzionale.

Il titolo?
«Nasce dalla disinformazione degli italiani. In un Paese che guarda molti talent show, abbiamo pensato di rendere divertente la questione referendaria, come i bravi professori a scuola con i temi ostici».

Poca conoscenza, perché?
«Siamo assuefatti alla democrazia. Cambiare la Costituzione è come sostituire il motore ad un'automobile, viaggiandoci tutti dovremmo essere consapevoli dei pro e contro».

Lo spettacolo?
«Instant theatre è teatro-cronaca, con video, fotografie e canzoni, le uniche cose che la gente sa a memoria. Così canteremo brani dei Pooh, una sorta di karaoke della Costituzione».

Punti di forza?
«Si sorride parecchio. Poi, passando per la storia, ci saranno le interviste con i politici del sì e del no, Maurizio Martina e Matteo Salvini. In modo semplice e conciso dovranno spiegare le loro ragioni».

Ispirazione per il mondo politico?
«Chissà, intanto in platea siederanno giornalisti svizzeri e del New York Times».

Il referendum le fa paura?
«Mi inquieta il tasso di rassegnazione dei cittadini, più alto di quello delle polveri sottili. Ciò che scelgono gli altri va sempre bene, dobbiamo ritrovare la voglia di esprimerci».

A Milano, per l'elezione del sindaco, lo show è stato un trionfo. Gli italiani vanno presi per mano? 
«Hanno bisogno di essere coinvolti, di avere spiegazioni. Se non mi assegni gli argomenti da studiare, all'interrogazione non puoi mettermi impreparato».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 3 Ottobre 2016, 09:39
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