RABBIA E CANTI "Pino, Pino" urlato in coro e canzoni cantate fuori dai cancelli dell'ospedale S. Eugenio a Roma, dove si sono radunate alcune decine di fan del cantante. Ragazzi e ragazze ma anche adulti intonano i successi più famosi del cantautore, in particolare "Napul'e" davanti al cancello chiuso presidiato da agenti della forze dell'ordine. «Spero che alla fine ci facciano entrare - dice una ragazza - sono partita con amici da Napoli alle sette e purtroppo non potrò essere domani ai funerali». Intanto nell'androne dell'obitorio, dove intorno alle 9,30 è stata chiusa in anticipo la camera ardente, rimangono i fan che sperano di poter entrare per salutare l'artista: «Siamo venuti da Napoli - dice Teresa - anche papa Wojtyla è stato messo sul sagrato per consentire alla gente di salutarlo. Pino era un personaggio pubblico e ha avuto un grande successo proprio grazie ai suoi fan. Non è giusto che ci trattino così, è maleducazione». Francesco racconta di essere venuto all'obitorio già ieri pomeriggio: «Alle 17 in punto ieri mi è stata chiusa la porta in faccia - ricorda - ma poco dopo è arrivato Baglioni con un bodyguard e lo hanno fatto entrare. Oggi succede lo stesso, faranno entrare solo i Vip: non è giusto».
LA RIAPERTURA È stata riaperta «in via eccezionale» per poco la camera ardente di Pino Daniele al Sant'Eugenio per permettere l'accesso ai fan in attesa davanti alla porta della camera mortuaria.
La camera è stata richiusa dopo che le persone in fila sono entrare e uscite. «I familiari hanno dato l'ok per le persone che sono qui», ha spiegato uno dei responsabili della sicurezza. Molti in lacrime.
D'ALEMA CONTESTATO Proteste dei fan di Pino Daniele, radunati davanti ad un cancello d'ingresso dell'ospedale S.Eugenio di Roma, all'arrivo dell'esponente del Pd Massimo D'Alema, diretto alla camera ardente del cantautore. «Vergogna. Perchè entri tu e non noi?» gli ha urlato qualcuno.
POLEMICA FUNERALI «Sono fan di Pino da tanti anni - racconta Gaetano, un palermitano che vive a Roma - credo sia sbagliata però la decisione di non fare i funerali a Napoli, perchè lui è il simbolo di quella città. È vero che deve scegliere la famiglia ma i figli sono giovanissimi e possono commettere degli errori. Anche la scelta di portare le sue ceneri a Napoli non credo sia giusta, perché dovrebbe arrivare il feretro e consentire ai napoletani di dare l'ultimo saluto a Pino in una camera ardente come qui a Roma».
D'accordo anche altri ammiratori che chiacchierando tra loro aggiungono: «È una storia assurda - dicono - anche la scelta di trasportarlo in auto fino a Roma quando si è sentito male non ha avuto senso».
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IL TRASPORTO A ROMA Sulla stessa scia anche un infermiere del pronto soccorso del vicino ospedale Cto, che nel cortile all'ingresso dell'obitorio aggiunge: «Probabilmente, se lo avessero portato all'ospedale di Grosseto, si sarebbe salvato. Un infarto non può essere curato dopo due ore». Tra i fans all'ospedale già dal primo mattino anche Claudia, una signora partita da Frascati con una rosa rossa e una lettera: «È come fosse morta una persona di famiglia. È sempre stato il mio idolo e ho seguito tutti i suoi concerti. È un dolore enorme».
Ultimo aggiornamento: Domenica 12 Marzo 2023, 15:00
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