«Quando canto mi sembra di tornare bambina, sul podio devo essere un po’ mamma e un po’ papà». Racconta così le sue due anime, Barbara Hannigan, tra i soprani più richiesti del mondo e da una decina di anni anche direttore d’orchestra. La musicista canadese, 52 anni, torna a Santa Cecilia da questa sera (ore 19.30) a sabato, nel doppio ruolo di direttrice e soprano, con un programma gioioso e teatrale che abbraccia tre secoli di musica, da Haydn a Copland, passando per l’operetta e la musica da balletto di Offenbach e “songs” di Kurt Weill.
«Canto e dirigo soltanto per alcuni programmi», ha spiegato Hannigan in un incontro con il pubblico, «ma sempre da cuore a cuore. La prima cosa che faccio è cantare guardando l’orchestra, cedendo a ognuno di loro la responsabilità di dirigersi. È come fare musica da camera, ma con 70 o 80 elementi».
«Il trait d’union tra canto e direzione è la respirazione, fulcro dello stato meditativo che mi ha permesso di approfondire le mie capacità», conclude la musicista che tornerà alla guida dell’orchestra questa estate in tournée al Festival di Spoleto.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Aprile 2024, 05:25
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