Rocco Papaleo: «Scordato? Racconto l'aridità emotiva al tempo dei social»

Parla l'attore e regista del film, nelle sale da oggi

Rocco Papaleo: «Scordato? Racconto l'aridità emotiva al tempo dei social»

di Valerio Di Marco

 “Scordato”, nel senso anche di alterato nell’accordatura. Rocco Papaleo torna alla regia col suo nuovo film, in uscita nelle sale il 13 aprile, da lui anche scritto e interpretato. Storia di Orlando, mite accordatore di pianoforti tormentato da dolori alla schiena al quale cambia la vita nel momento in cui incontra la fisioterapista Olga (Giorgia, al debutto come attrice), che gli diagnostica una contrattura “emotiva”.


Papaleo, com’è stato tornare a dirigere?
«Necessario, ho seguito la necessità di esprimermi. Ora che ho scavallato la soglia dei 60 anni voglio fare quello che mi piace».
La storia è molto dickensiana, ricorda un po‘ “Canto di Natale”.
«Inconsciamente siamo tutti influenzati da ciò che abbiamo visto o letto. Non mi rifaccio mai a modelli precisi in modo volontario, però magari il racconto di Dickens è stata un’ispirazione inconsapevole».
Sull’aridità emotiva può influire anche la dimensione collettiva, specie dopo gli ultimi anni che abbiamo vissuto, caratterizzati da forti contrapposizioni sociali?
«Non vivendo decontestualizzati, siamo tutti collegati a ciò che ci accade intorno. Oggi poi le false connessioni create dai social danno l’illusione del contatto. Come un’orchestra di musicisti che suonano in stanze diverse».
Lei li usa i social?
«Per ragioni di lavoro, sì. Il numero di follower incide sul curriculum vitae come i film che hai fatto o gli artisti con cui hai lavorato. Fa parte del pedigree».
In “Scordato” la sorella del protagonista è una studentessa che finisce per abbracciare la lotta armata. Le ideologie sono un rifugio in cui cercare compassione o qualcosa da rimpiangere?
«Le ideologie hanno sempre una spinta poetica, riguardano passione e sentimenti. Poi possono degenerare in fanatismo e approdare a condizioni che personalmente non condivido. In ogni caso, oggi ne sento la mancanza».
Com’è stato dirigere Giorgia alla sua prima prova da attrice?
«Lei meriterebbe un racconto a parte. La seguo dagli esordi e ho sempre avuto una passione sincera per lei. Ha qualità espressive, forza comunicativa, empatia, per cui mi interessava vederla recitare, e il risultato mi ha entusiasmato».
In fatto di musica, quali sono i suoi gusti?
«Ascolto un po’ di tutto, ma il primo che mi viene in mente è Paolo Conte, per il mix tra musica e parole».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 13 Aprile 2023, 07:32
© RIPRODUZIONE RISERVATA