'Perfect Day', Benicio Del Toro e la guerra
in Bosnia nell'ultimo film di De Aranoa

'Perfect Day', Benicio Del Toro e la guerra ​in Bosnia nell'ultimo film di De Aranoa

di Michela Greco


ROMA - «Sono affascinato dalla routine degli operatori umanitari: il loro lavoro è fatto di adrenalina e di problemi ogni giorno diversi. Ho cercato di captare la quotidianità, non i momenti epici di un mestiere di grande rilevanza sociale, ma poco raccontato al cinema».





Dopo aver vissuto diversi conflitti "in prima linea", con la telecamera in spalla, al seguito di operatori di Medici senza frontiere, il regista spagnolo Fernando León de Aranoa ha deciso di portarli sul grande schermo in versione "romanzata" e con l'aiuto di quattro attori di richiamo come Tim Robbins, Olga Kurylenko, Benicio Del Toro e Mélanie Thierry. Il risultato è Perfect Day, applaudito alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes e da domani nelle nostre sale con un intelligente mix di dramma e umorismo.



I quattro "eroi" del film, impegnati a risolvere un problema apparentemente semplice come la rimozione di un cadavere da un pozzo perché non contamini l'acqua del circondario, affrontano le macerie e il sangue dei Balcani del 1995 con lo scudo dell'ironia, ed esorcizzano la morte con la passione, il sesso, i sentimenti. «L'umorismo della mia storia deriva dalla realtà - ha spiegato il regista - l'ironia è un meccanismo di difesa, di distacco necessario rispetto alle situazioni terribili che si affrontano. Nei luoghi dei conflitti gli operatori ridono, scherzano, fanno spesso festa, e io ho cercato di insistere sul mix tra dramma e humour».



Nello scenario ricreato da de Aranoa si muovono anche soldati, civili, giornalisti e caschi blu, tutti costretti (spesso) a infrangere la loro volontà di intervento contro un muro di impotenza fatto di ostacoli paradossali: «Il loro eroismo infatti - aggiunge il regista - sta anche nel saper fronteggiare la frustrazione. Il vero nemico è l'irrazionalità dell'essere umano, mentre la loro carta vincente è l'essere disarmati. C'è anche da dire che la guerra è cambiata: oggi non ha più regole e lo dimostra il recente bombardamento dell'ospedale di Msf. Prima c'era una certa sicurezza relativa, ora si arriva a fermare le ambulanze ai check point per finire i feriti».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Dicembre 2015, 10:53
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