Il film denuncia di Valérie Donzelli: «Difficile fuggire da chi è violento»

In sala il 2 maggio, “Il coraggio di Blanche” racconta una donna vittima di un marito padrone. La regista: «Servono pene più severe»

Il film denuncia di Valérie Donzelli: «Difficile fuggire da chi è violento»

di Gloria Satta

Una violenza coniugale, la più subdola e forse meno riconosciuta: quella psicologica. Una donna innamorata e idealista vittima di un marito-padrone, possessivo all’estremo e geloso fino alla brutalità. Una relazione altamente tossica, il rischio dell’ennesimo femminicidio e finalmente la fuga di lei verso la salvezza. 

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LE REAZIONI
Questi i contenuti “esplosivi”, terribilmente attuali, di un film che ha riempito i cinema in Francia e arriverà nelle nostre sale il 2 maggio, con Movies Inspired e Circuito Cinema Distribuzione, dopo l’anteprima romana al festival Rendez-vous: Il coraggio di Blanche, regia di Valérie Donzelli, protagonista un’intensa Virginie Efira vittima del marito Melvil Poupaud. «Nel mio Paese, il film ha suscitato reazioni emotive fortissime», spiega la regista, 51 anni, «le donne si sono ritrovate nella protagonista e molti uomini, pur rifiutando di riconoscersi in quel marito violento, hanno accettato di mettersi in discussione».


IL ROMANZO
Il coraggio di Blanche è ispirato al romanzo L’amour et les forêts di Éric Reinhardt. «Ho sentito la necessità di portarlo sullo schermo», rivela la regista, «per parlare della dominazione dell’uomo sulla donna evitando i luoghi comuni. Volevo entrare nella testa della vittima, capire quanto è difficile mantenere la lucidità quando sei succube di qualcuno: non sai più cosa pensare, perdi ogni punto di riferimento. Il marito di Blanche non è un bruto ma diventa violento perché ha paura della libertà della moglie.

E quando lei decide di andarsene, perde la testa». Il film parte con la grande storia d’amore dei due protagonisti, il matrimonio, il trasferimento lontano dal paese di lei. Piano piano, con il ritmo del thriller, cresce la morsa che l’uomo stringe intorno alla compagna sempre più isolata, controllata, spiata. La scena più drammatica? «Quando lui arriva a violentarla: è uno stupro coniugale, un momento di violenza incontrollabile», risponde Donzelli, che afferma di aver scelto Efira «prima di scrivere la sceneggiatura, era l’attrice giusta perché esprime una grande empatia rendendo credibile questa storia». E Poupaud, uno degli attori francesi più popolari (era anche in Colpo di fortuna di Woody Allen), ha avuto esitazioni nel calarsi nella parte odiosa del marito? «No, è talmente lontano da quel tipo di uomo manipolatore che ha accettato il ruolo come una sfida. E si è divertito». 


Secondo Valérie la storia di Blanche riassume i tanti abusi che le donne subiscono: «Io stessa sono stata molestata su un treno», rivela. Il cinema può fare qualcosa contro la violenza di genere? «Certo. Proprio come la letteratura, può accendere un faro, invocare pene più severe contro il sessismo, premere affinché le denunce delle donne non vengano ignorate». In Francia la regista e attrice è un nome di punta fin dal 2011, quando il suo film La guerra è dichiarata sbancò il botteghino e fece incetta di premi. «Il nostro cinema dà molto spazio alle donne», osserva, «ma una regista non ha diritto all’errore. Comunque lavoro in un sistema fantastico, unico al mondo. Ed è una fortuna».


Ultimo aggiornamento: Martedì 23 Aprile 2024, 06:05
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