Rosina, l'operaia italiana che lavorava 12 ore
al giorno: la storia del simbolo del potere alle donne

Rosina, l'operaia italiana che lavorava 12 ore al giorno: la storia del simbolo del potere alle donne
"We ca do it!": in pochi sanno quale storia si cela dietro quel famosissimo poster J. Howard Miller, rimasto nella storia e ricordato ancora oggi a distanza di moltissimi anni come vero e proprio simbolo del femminismo. La donna raffigurata è Rosina "Rosie" Bonavita (meglio conosciuta come  Rosie la 'rivettatrice'), un'operaia morta nel 1996 all'età 73 anni: costruiva aerei da guerra e stabilì il record di velocità nell'assemblaggio. Rappresentava tutte le donne statunitensi che durante la seconda guerra mondiale si diedero da fare e si impegnarono assiduamente nelle fabbriche di armi e di mezzi da combattimento, mentre i solo uomini erano arruolati nell'esercito.

Il personaggio finì sulla carta per la prima volta nel lontano 1942: fu disegnata dal pittore Norman Rockwell e prese come modella una ragazza di 19 anni, Mary Doyle Keefe. Appariva muscolosa, con il piedi che calpestavano il 'Mein Kampf' e sulle gambe aveva il porta pranzo con su scritto 'Rosie'.

Ma è dal 1982 che questo personaggio, poi ripreso da Miller, divenne il simbolo dell'indipendenza femminile e della lotta dei diritti delle donne. C'è una storia molto particolare dietro 'Rosie': nel 1943 un'altra rivettatrice, Rosina Bonavita, insieme alla sua collega Jennie Fiorito riuscì a fare in sole sei ore 900 buchi e a fissare 3.345 rivetti per la costruzione di un'ala di un aereo da combattimento. Venuta a conoscenza della notizia, 'Rosie' volle rispondere in maniera netta e organizzò un nuovo team di lavoro: insieme ad un altro partner riuscì a costruire un'ala di aereo in 4 ore e 10 minuti. Da quel giorno è diventata un'icona, ma lei pensava solo a lavorare, anche 12 ore al giorno.
Ultimo aggiornamento: Martedì 8 Marzo 2016, 13:02
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