Cronaca di un fuori sede disperato in cerca di
casa: annunci fasulli e bettole senza termosifoni

Cronaca di un fuori sede disperato in cerca di casa: annunci fasulli e bettole senza termosifoni
ROMA - Annunci fasulli, bettole senza termosifoni spacciate come villini post-moderni.

Ecco alcune delle avventure e disavventure più comuni che capitano allo studente fuori sede in cerca di casa come scrive Skuola.net.



"I tempi sono maturi. Devo iniziare a cercare casa", è quello che mi sono detto qualche settimana fa quando dopo essermi trasferito nella grande città da studente fuori sede, mi era passata la voglia di dormire ogni giorno in un letto diverso, ospite di amici storici di cui non ricordavo neppure il nome. E’ stato in quel preciso istante che sono iniziati i miei problemi; ma io all’epoca, da studente fuori sede sprovveduto, ancora non lo sapevo, come ho scritto su Skuola.net.



CERCASI DISPERATAMENTE STANZA SINGOLA - Le tiepide giornate di settembre stavano volgendo al termine e l’avanzare dei mesi autunnali mi fecero capire che non c’era più tempo da perdere, la parola d’ordine era: cerco casa in affitto. Stufo della situazione “per qualche settimana mi appoggio da un amico” – vorrei puntualizzare che all’epoca ero temporaneamente ospite del mio amico Luca studente fuori sede irrimediabilmente compromesso, che alla veneranda età di 26 anni credeva ancora che sistemare e ordinare casa fosse un appuntamento annuale per rendere più presentabile la sua stanza e sentirsi in pace con se stesso- decisi che era arrivato il momento di darsi una mossa e trovare un posto per me. Non avrei mai immaginato che tutto questo si sarebbe trasformato nella saga “cerco casa disperatamente”, paragonabile ad una impresa degna delle avventure epiche di Omero.



CON L'ANNUNCIO FASULLO FAI LA FINE DEL CITRULLO - Si, ebbe tutto inizio più o meno in quel remoto pomeriggio assolato, quando trovai quell’annuncio su Facebook nel gruppo “cerco casa in affitto”. Maledetto, lui, Facebook e pure Zuckerberg perché se non fosse stato per lui non avrei mai subito quella serie di catastrofiche disavventure, che da lì a poco mi avrebbero fatto rimpiangere la malsana idea di cercar casa. Mentre scorrevo e cliccavo, cliccavo e refrescavo mi imbattei in lui: nell’annuncio fasullo, recitava più o meno così: “fittasi tranquillo appartamento appena ristrutturato in zona signorile composto da tre camere singole. Cerchiamo persona tranquilla e friendly per condividere la casa, gli inquilini sono seri e tranquilli” Sbam, trovato mi dissi. L’annuncio giusto. La casa dei miei sogni! Quello che segui fu incredibile. Contattai subito il fantomatico inquilino che mi indicò la strada, fissammo subito un appuntamento per l’indomani.



UNA GIORNATA DA DIMENTICARE - La mattina seguente, di buon ora aprii gli occhi, fiducioso che in giornata avrei concluso l’affare del secolo e messo finalmente piede nel mio nuovo appartamento. Purtroppo non andò proprio tutto a gonfie vele.

Il primo dubbio mi venne quando misi la strada su Google Maps. Dopo alcuni secondi di elaborazione la mappa mi indicò il punto di destinazione: si trovava effettivamente un po’ lontano, ma niente panico, c’era la metro vicino pensai, peccato fosse l’ultima fermata della linea. Mi imbarcai e dopo solo un’ora e trenta di tragitto, tra fermate, interruzioni e deragliamenti arrivai a destinazione. Quando uscii dalla metro mi ritrovai sperduto in un posto molto simile alle terre di mezzo del Signori degli Anelli. In lontananza intravidi una desolata abitazione, che supposi essere quella dell’annuncio il “tranquillo appartamento appena ristrutturato in zona signorile”. Dopo una camminata di trenta minuti arrivai davanti il campanello, bussai. Poco dopo alla porta si presentò uno strano individuo che così mi accolse sul ciglio della porta. Pantofola imbottita con fantasia dell’orso Yoghi, pantaloncino d’ordinanza rigorosamente acquistato da Decathlon con vestaglia acrilica: fantasia a quadrettini rosso e nero. Dopo un veloce scambio di sguardi esordì con uno strano e poco comprensibile accento del sud italia, dicendo: «Preco accomodattti». Vidi cose che voi umani non potreste neanche immaginare. L’appartamento “appena ristrutturato” consisteva in una bettola buia in cui il sole del buon Dio aveva deciso di non battere più. Le pareti grondavano carta da parati stracciata e qualche macchia di muffa negli angoli. I mobili dovevano risalire più o meno all’epoca della Grande Guerra e quella che sarebbe dovuta essere la mia stanza, in realtà, era un bugigattolo in cui a stento entrava un letto singolo e dove l’armadio era stato sostituito da una serie di cassette della frutta impilate e fissate con due chiodi precari e ossidati. Gli altri coinquilini, che conobbi dopo alcuni minuti, si presentarono vestiti più o meno allo stesso modo del primo, parlando con un accento simile a quello del gentile cicerone che mi accompagnò per casa, di cui a stento ricordo le frasi pronunciate.

Iniziai a sudare freddo e cercai in tutti i modi di svincolarmi da quella strana situazione, ma non ci fu niente da fare, decisero che era il caso io mi fermassi a pranzo per una leggera pasta al forno appositamente conservata per le grandi occasioni, che fu tirata fuori dal congelatore. Dopo 3 ore seduti a tavola, a sorseggiare vino rosso e cantare tarantelle con la chitarra, riuscì a trovare una scusa per fuggire da quella specie di incubo post moderno in salsa calabrese.

Uscito di nuovo fuori, il sole mi bruciò la faccia, capii dove mi trovavo e iniziai a correre.



Arrivai trafelato alla metrò e tutto tremante tornai finalmente in quella specie di stanza che Luca, il mio amico, chiamava casa. Aprii di nuovo il pc. Trovai il numero di un’agenzia immobiliare, chiamai e dissi: TROVATEMI UNA CASA. SUBITO!!!
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 14 Ottobre 2015, 18:24
© RIPRODUZIONE RISERVATA