Erasmus in Olanda, ecco 15 domande da fare
agli studenti che tornano in Italia

Erasmus in Olanda, ecco 15 domande da fare agli studenti che tornano in Italia
L'esperienza all'estero, poi il ritorno. Silvia ha 24 anni, è una ragazza consapevole dei suoi progetti e dalle mire internazionali. Forse, ammette, anche a causa dell'Erasmus che, secondo lei, cambia le prospettive, la mentalità, le abitudini, catapultandoti in una realtà in cui non potresti mai vivere altrimenti. Questa è la sua esperienza come studentessa a Utrecht, con i suoi pro e i suoi contro, che ha raccontato in un’intervista a Skuola.net.

1. Innanzitutto: come hai fatto a scegliere la tua meta?
La scelta che ho fatto è stata frutto di uno studio: ho guardato le mete disponibili per la facoltà di Giurisprudenza a Parma, e di queste ho guardato i posizionamenti nei ranking delle università europee. Infine, tra le migliori ho scartato quelle in cui si parlava una lingua che non conoscevo e così ho trovato la mia destinazione Erasmus: Utrecht!

2. L'Erasmus è una perdita di tempo per lo studio, come molti pensano?
Io non credo che sia così: certo, Giurisprudenza è una facoltà in cui parecchi esami riguardano l'ordinamento italiano, e questo ti svantaggia quando devi passare un intero anno accademico all'estero e, pur dovendo ottenere dei crediti, non puoi sostenere esami validi per l’università italiana. Comunque non mi sento assolutamente di dire che sia un'esperienza inutile: in Erasmus guadagni in termini di esperienza di vita, impari ad adattarti, a crearti contatti, a staccarti dal nido. Se non avessi fatto l'Erasmus a Utrecht non so se avrei considerato di andare fuori dall'Italia dopo la laurea, adesso invece non ho paura del mondo “straniero”. L’Erasmus, alla fine, ti porta ad aprirti a culture diverse facendotele conoscere in una zona franca. Io abitavo con persone da tutto il mondo, e, grazie a loro, ho capito cose delle loro culture che non avrei mai pensato prima... E ho capito anche tanto dell'italianità.
Per non parlare della lingua, che impari assolutamente meglio rispetto a un qualsiasi corso blasonato.

3. Che differenza c'è tra l'Erasmus e un'altra esperienza all'estero?
L’Erasmus è una sfida personale che ti fa crescere pur coprendoti le spalle: se tu fai un master all'estero devi preparare tutto da solo, dalle lettere motivazionali all'iscrizione. Con l’Erasmus invece per qualsiasi problema l'università ti “protegge”. Quindi sei da solo, certo, però alla fine di fronte alle difficoltà non sei mai abbandonato a te stesso.

4. Come sono stati i tuoi voti?
Non è facile mantenere una media altissima, anche perché spesso la conversione non è paritaria, però se non fossi soddisfatto dei voti puoi sempre non convalidarli quando torni in Italia: certo, è un rischio, però il lato positivo è che non devi accettare nulla per forza!

5. La tua esperienza all'università in Olanda: quali sono i pro?
La cosa che mi ha sorpresa inizialmente era l'organizzazione delle lezioni: ogni materia aveva programmati due incontri settimanali, di cui uno era più teorico, e l'altro era una interrogazione in classe, come alle superiori, in cui dovevi avere i tuoi compiti preparati e i professori ti interrogano. E se non porti i compiti per molte volte rischi addirittura l'espulsione dal corso!
La nota migliore del corso era l'interattività: ogni lezione aveva un argomento che veniva trattato guardando casi pratici, con un approccio concreto, in modo tale da far confrontare subito gli studenti con la realtà, e poi a casa si dovevano studiare i libri, come facciamo in Italia. Il punto però è che i professori spesso nel corso delle lezioni usano delle slide che riassumono i concetti più importanti dell'argomento studiato: sinceramente, le rimpiango molto perché erano davvero utili!

6. Università in Olanda: i contro?
Ciò che invece non mi è piaciuto per niente è l'impostazione troppo scolastica: i compiti vanno fatti e consegnati sempre, il professore ti obbliga a fare il compito, e questo non è necessariamente utile ai fini dell'esame, ma spesso è più un approfondimento. Non è che i compiti diano un punteggio per l'esame o simili, semplicemente sono considerati parte integrante dell'esame.

7. Erasmus a Utrecht: Come sono gli olandesi?
La loro cultura è molto tollerante nei confronti degli stranieri, e sono molto aperti e curiosi verso le diversità. Il loro concetto di ospitalità però è davvero diverso dal nostro: mentre noi italiani tendiamo a coinvolgere le persone nella nostra routine, loro trovano che questa sia una cosa un po’ invadente, e quindi per rispetto preferiscono non disturbarti. Quando sono arrivata nella mia prima casa (Silvia ha cambiato casa nel secondo semestre) ero l’unica straniera in una casa di sole olandesi: loro per questo hanno iniziato a parlare inglese anche tra di loro per non escludermi. Sono molto individualisti, quindi se hanno un piano prestabilito per la giornata difficilmente lo modificheranno per qualche motivo tipo l’uscita improvvisata con gli amici, questo anche perché hanno un forte senso della pianificazione, che trasmettono anche nella vita di casa: anche il fatto di stare insieme tra coinquilini viene programmato prima. Nonostante questo mi sono riuscita ad abituare al loro modo di vivere in breve tempo, e con alcune di loro sono riuscita a instaurare un’amicizia più che un rapporto tra semplici coinquiline. Certo, il contrasto tra approccio del “popolo del sud” e popolo del nord” in effetti mi ha fatto molto strano all'inizio, ma poi l'ho superata.

8. Della tua esperienza Erasmus rimpiangi qualcosa?
La prima settimana questa “freddezza” mi ha fatto un po' male, ho avvertito un po' di solitudine e non mi sono sentita integrata nel gruppo senza capirne il perché. Poi ho capito, ho fatto amicizia, ed è iniziato l'Erasmus vero e proprio!

9. Qual è stata la cosa più positiva del tuo Erasmus?
La percezione del tempo che hai in Erasmus è totalmente sfasata. Dato che stai poco fai amicizia subito, quindi conosci tante persone, tante culture in un contesto che non è “reale”. Senti raccontare i posti da chi ci vive e impari tantissimo degli altri popoli.
Non ti dico che pasticci fanno all'estero con il cibo...

10. Com'è mangiare a Utrecht?
Allora, premetto che non capisci quanto siano diverse le culture finché non siedi a una tavola di Erasmus: ad esempio, la mia amica finlandese aveva una tradizione culinaria iper-salutista, mentre quella australiana sapeva cucinare benissimo tutti i piatti asiatici, dato che l'Australia è così vicina all'Asia la cucina asiatica è molto nota. Comunque a Utrecht si mangia mediamente bene. Non esistono i megastore, quindi anche le varietà di cibo non sono moltissime, però in giro si mangia discretamente: la cucina tradizionale olandese non è molto ricca, più che altro a Utrecht ci sono moltissimi ristoranti etnici, soprattutto asiatici. Anche i ristoranti italiani sono in voga, però sinceramente la pizza all'estero è sempre un po' una delusione per noi italiani. Un'altra cosa sconvolgente è che nessuno beve vino: solo birra, anche nei pub.

11. Qual è un punto di partenza per vivere al meglio l'Erasmus?
Sicuramente le organizzazioni per studenti Erasmus: sono fondamentali sia dal punto di vista organizzativo sia per fare amicizia, dato che organizzano un sacco di eventi esclusivi. Ti spiegano tutto sulla città. Ad esempio, grazie a loro ho capito come funzionano i mezzi pubblici: in Olanda gli abbonamenti ai mezzi costano di più che in Italia, e diversamente dall'Italia i biglietti sono delle carte prepagate che devi caricare ogni tanto e da cui viene scalato l'importo da pagare a seconda di dove sali e dove scendi, questo perché il biglietto va passato nel lettore sia alla salita sia alla discesa, come un telepass. In più organizza delle feste carinissime che ti portano a uscire un sacco durante la settimana. E il weekend così hai il tempo per riposarti e fare qualche gita!

12. Come sono le amicizie in Erasmus?
Le amicizie Erasmus sono un tipo di amicizia completamente a sé: forse sono meno profonde, perché vengono coltivate in meno tempo, però sono molto più vissute, in un contesto unico che non capiterà più, in cui si mostra un lato di se stessi che non è quello solito... E' come se il contesto ti portasse a essere un'altra persona, ma sempre te stesso.

13. Com'è il divertimento in Erasmus a Utrecht?
Le feste Erasmus in Olanda erano divertentissime: ogni volta venivano organizzate serate a tema e si conosceva gente da tutto il mondo. In generale la cittadina è molto carina ed è simile alle città universitarie italiane, con la differenza che lì, spesso, i pub hanno anche lo spazio per ballare, quindi non c'è l'abitudine di andare appositamente in discoteca, tant'è che a Utrecht ce ne sono solo due. Non esiste l'abitudine dell'aperitivo e nemmeno quello di farsi belli per uscire: alla fine i ragazzi olandesi lavorano tutti oltre che studiare, quindi in settimana alle cinque di pomeriggio tornano a casa e già alle sette di sera cenano.

14. Come sono visti gli italiani? Ci sono stereotipi forti?
Gli stereotipi sono i soliti, ma non sono negativi: la botta di “mammone” però è assicurata, non appena scoprono che vivi in casa con i tuoi! Lì infatti i ragazzi vanno fuori casa appena maggiorenni e iniziano a mantenersi con lavoretti part time, anche se frequentano l'università nella stessa città in cui sono cresciuti. Ovviamente la prima cosa che ti dicono appena scoprono che sei italiano è “pasta-pizza”, ma anche l'imitazione di De Niro è un osso duro.  Altra caratteristica distintiva degli italiani è che gesticolano tanto, e abbiamo il duro compito di essere sempre l'anima della festa, molto più degli spagnoli che, nonostante siano solari quanto gli italiani, sono molto meno pratici con l'inglese, e questa è una barriera notevole!

15. Consiglieresti Utrecht a qualcuno che deve scegliere la meta Erasmus?
Assolutamente sì! E' la giusta via di mezzo tra studio e divertimento, dato che l'università è davvero molto buona, impari a parlare l'inglese molto bene, è ben organizzata ed è a misura di studente.
 
Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Aprile 2016, 15:15
© RIPRODUZIONE RISERVATA