Employers need to be flexible for families. Later starts not forcing parents to get their children up too early. . https://t.co/n2S3zyhUZ1
— Dr Paul Kelley (@DrPaulKelley) 3 aprile 2016
Solitamente, negli uffici, si lavora dalle 9 alle 17. Eppure secondo Kelley non si dovrebbe mai 'attaccare' prima delle 10. La tesi del ricercatore riguarda soprattutto le persone di età inferiore ai 55 anni, dal momento che il loro organismo avrebbe esigenze incompatibili con simili turni di lavoro. Per Kelley il problema non va sottovalutato: oltre a provocare stress e stanchezza, iniziare a lavorare prima delle 10 di mattina può avere gravi conseguenze a seconda dell'orario di inizio turno.
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— Dr Paul Kelley (@DrPaulKelley) 22 luglio 2016
Tra gli effetti collaterali individuati da Kelley ci sono infatti anche aumento di peso, perdita di memoria e concentrazione, calo delle difese immunitarie. «Sarebbe auspicabile una rivoluzione aziendale per rispettare l'orologio biologico delle persone», spiega il ricercatore.
Il discorso diventa ancora più importante ed evidente per i più giovani e i più piccoli: secondo alcuni test svolti dal ricercatore, i bambini di 10 anni sono poco concentrati prima delle 8.30, mentre gli adolescenti fino ai 16 anni rendono di più dopo le 10 e gli universitari dopo le 11. Per questo motivo Kelley ha auspicato una riforma anche per quanto riguarda l'orario scolastico.
Il ricercatore conclude così: «Al giorno d'oggi molte persone hanno disturbi del sonno e quasi mai riescono a riposarsi completamente. Abbiamo lavoratori stanchi e demotivati, e i ritmi attuali possono essere pericolosi anche per il fegato e il cuore».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 7 Settembre 2016, 14:19
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