Vino, con la vendemmia 2016 l'Italia
supera Francia e Spagna

Vino, con la vendemmia 2016 l'Italia supera Francia e Spagna

di Gigi Padovani
L'Italia torna a conquistare la leadership mondiale della produzione di vino. La vendemmia delle uve bianche è appena cominciata, ma già si fanno i conti: le stime indicano un fiume enoico di oltre 49 milioni di ettolitri, mentre i nostri rivali di Francia e Spagna, si fermano intono ai 43 milioni di ettolitri.

In effetti la primavera piovosa aveva fatto temere i nostri viticoltori di Toscana, Piemonte, Veneto, ma poi l'estate calda e questo periodo di alta pressione, che coincide con la raccolta, hanno fatto tornare il sorriso nelle cantine di tutta la penisola. Il 12 agosto sono stati tagliati i primi tralci in Franciacorta sono le uve destinati ai grandi spumanti -, con un ritardo di una settimana rispetto all'anno scorso: era stata una vendemmia molto anticipata, a causa del gran caldo. Negli ultimi giorni è partita la raccolta anche la Sicilia, dove i grappoli hanno recuperato il grado alcolico necessario.

I viticoltori francesi sono stati meno fortunati. La grandine ha infatti spogliato molti vigneti in Languedoc-Roussillon, mentre le gelate primaverili hanno colpito Chamapagne, Borgogna e Valle della Loira, cioè le zone più blasonate dell'enologia d'oltralpe. La conseguenza è stata quella di un calo previsto di almeno il dieci per cento.

Anche l'Italia avrà un leggero calo, ma l'Osservatorio del Vino, promosso dall'Unione Italiana Vini (Uiv) e dall'Ismea (ministero delle Politiche Agricole) fissa la riduzione per l'annata 2016 ad appena il due per cento rispetto all'anno scorso: saranno, dunque, due annate record di fila. E anche le esportazioni italiane vanno a gonfie vele, come ricorda il ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina: «Il nostro sistema vitivinicolo vale 14 miliardi di euro, con un export che nel 2015 ha toccato la punta di 5,4 miliardi e che nei primi cinque mesi del 2016 ha registrato un trend di crescita».

Ora l'Italia guarda con fiducia all'accordo stretto dal premier Renzi con la piattaforma cinese di e-commerce Alibaba, del magnate Jack Ma, che dovrebbe anche fermare l'italian sounding, ovvero il falso Made in Italy dell'agroalimentare.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 7 Settembre 2016, 09:12
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