L'accusa
L'accusa è di aver compiuto «in concorso con persone allo stato ignote, su tale quadro operazioni finalizzate ad ostacolarne la provenienza delittuosa, facendovi inserire in alto a sinistra della tela una torcia, attribuendo l'opera al pittore senese Rutilio Manetti dal titolo "La cattura di San Pietro" e «affermando la titolarità del quadro asseritamente rinvenuto all'interno di un immobile acquistato dalla fondazione Cavallini-Sgarbi».
L'Autorità giudiziaria ha delegato al Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma «l'esecuzione di perquisizioni domiciliari con contestuale notifica della posizione di indagato a carico» di Sgarbi, tese al «sequestro del dipinto per i successivi riscontri scientifici, che è stato individuato dagli operanti presso magazzini in Ro Ferrarese (Ferrara) nella disponibilità della Fondazione "Cavallini- Sgarbi" unitamente ad una copia in tre D, fatta eseguire da un laboratorio di Correggio (Reggio Emilia). Nel corso delle operazioni, estese anche ai domicili romano e marchigiano del critico d'arte, - proseguono i carabinieri -, cui collaboravano anche le parti in causa, sono stati altresì sequestrati dispositivi telematici, informatici e documentali inerenti l'indagine in corso».