Nada Cella, Annalucia Cecere assolta. La mamma in lacrime: «La famiglia sa». Il giallo del bottone e quella telefonata

Venerdì 1 Marzo 2024, 10:13 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 13:53

La telefonata

Il castello di bugie, secondo gli inquirenti, riguarderebbe anche la telefonata di una amica «ricevuta lo stesso giorno dell'omicidio» (con la richiesta di intercedere per il posto di lavoro di Nada) e in merito alla telefonata ricevuta personalmente il giorno in cui la stessa Cecere subì una perquisizione («non sono mai stata innamorata, anzi mi fai schifo»), ometteva di fornire informazioni utili (asserendo solo di aver considerato la persona della Cecere «figura non importante»). E poi dichiarava «di non essersi accorto di quanto accaduto alla segretaria e di aver inizialmente pensato ad un malore o a un urto accidentale su qualche spigolo (pur avendo in realtà ritenuto che fosse necessario astenersi dal toccare la vittima o altri oggetti nella stanza)». Le indagini erano state riaperte grazie allo studio delle vecchie carte da parte della criminologa Antonella Pesce Delfino e dell'avvocata Sabrina Franzone.

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