Covid, la variante Pirola nel mirino dell'Oms: «Possibili picchi di contagi, ma rischio basso per la salute»

Mercoledì 22 Novembre 2023, 18:00 - Ultimo aggiornamento: 19:17

Cos'è la variante Pirola

Pirola, discendente di BA.2 (primo campione raccolto il 24 luglio 2023), si è presentata fin da subito come una variante altamente mutata e così sono le sue discendenti. Le sequenze BA.2.86 provenienti da Israele e Danimarca avevano 34 sostituzioni di aminoacidi rispetto a BA.2 e 36 rispetto a XBB.1.5 (il ceppo dei vaccini aggiornati). Il numero di mutazioni rispetto a queste due varianti è paragonabile a quello presente nei primi ceppi Omicron rispetto al ceppo indice di Sars-CoV-2.

Al 20 novembre si contavano 3.267 sequenze di Pirola depositate nella piattaforma Gisaid da 46 Paesi, l'8,9% del totale della settimana epidemiologica 44 (dal 30 ottobre al 5 novembre). Percentuale cresciuta "in maniera sostanziale" rispetto alla quota riportata 4 settimane prima (nella settimana 40, dal 2 all'8 ottobre), pari all'1,8%. Il numero maggiore di sequenze proviene dal Regno Unito, seguito da Francia, Svezia, Spagna, Canada, Danimarca e Usa.

Poiché l'immunità della popolazione rimane eterogenea a livello globale a causa delle differenze nelle varianti che sono circolate e nella copertura vaccinale - precisano gli esperti - il potenziale di fuga immunitaria di BA.2.86 dipenderà in gran parte dal background immunitario delle varie popolazioni. Tuttavia l'immunoevasività di Pirola rispetto alle varianti circolanti appare limitata, e certamente non così estesa come quando Omicron emerse sullo sfondo di Delta. I dati suggeriscono che i vaccini anti-XBB.1.5 potrebbero conferire una protezione aggiuntiva".

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