Banconote false (60 milioni) smerciate in tutta Europa. Il falsario truffato, la congrega religiosa e il pizzo: come opera il clan Mazzarella

Lunedì 8 Aprile 2024, 15:28 - Ultimo aggiornamento: 9 Aprile, 20:14
Banconote false (60 milioni di euro) smerciate in tutta Europa. Il falsario truffato, la congrega religiosa e il pizzo: dentro la rete del clan Mazzarella
di Mattia Ronsisvalle
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Sembra una puntata della Casa di Carta ma non lo è. Un piano criminale partito da Napoli e che ha fatto il giro di tutta l'Europa, soprattutto sotto l'ombra della Torre Eiffel. Sono infatti tre i cittadini francesi arrestati a Capodichino perché avevano acquistato in terra napoletana più di 200mila euro di banconote false.

Il marchio è inconfondibile: si tratta dei falsari legati al clan Mazzarella di Napoli. Le banconote contraffatte, di pregevole fattura, avevano tagli da 50 e 100 euro. Se siete patiti del Lotto allora giocatevi il 6 ("quella che guarda per terra" nella smorfia napoletana, ndr.), un numero che si ripete spesso in questa colorata e al tempo stesso amara vicenda. Sono 60 i milioni di euro contraffatti a Partenope, 6 milioni di euro gli incassi per il cosidetto Napoli Group finito al centro di un'inchiesta della Procura di Napoli culminata con - indovinate un po' - oltre 60 arresti. Tutto ciò avveniva all'interno di un «vascio», appartamento che è situato al piano terra, del quartiere Penino.

La banda è stata sgomitata dai carabinieri nel corso di una vasta operazione al termine della quale sono state notificate precisamente 63 misure cautelari emesse dal gip di Napoli su richiesta dalla DDA partenopea. Le forze dell'ordine hanno specificato che parte di questo denaro contraffatto ancora circola in diversi Paesi europei.

Quanto costavano le banconote? Dieci euro per le banconote verdi, da cento, mentre le arancioni, da 50, solo 5 euro.

Tra i destinatari della misure cautelari figurano indagati ritenuti legati al clan Mazzarella, componenti della banda di falsari e acquirenti, italiani e stranieri, tra cui diversi negozianti, che acquistavano le banconote per poi rivenderle. La vendita, è emerso dalle indagini, avveniva solo in determinati orari della giornata e le fasce orarie, così come avviene per quasi tutti gli esercizi commerciali, nel giorni festivi venivano ridotte.

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