Autovelox “pazzo”, raffiche di multe da un Comune dove non è mai stato. Colpa di una lettera

Giovedì 11 Gennaio 2024, 15:44 - Ultimo aggiornamento: 16:01

Vicenda kafkiana

La storia è quella di Giuseppe Motta e a raccontarla è il figlio Angelo. Originari di Scardovari, ma residenti a Porto Viro (Rovigo), da novembre stanno vivendo un incubo fatto di contestazioni per eccesso di velocità che ciclicamente arrivano, indirizzate all’ignaro genitore, e sono costretti ad ad impugnarle per farle annullare. Il figlio fin da subito si è attivato per avvisare dell’errore la Polizia provinciale senza, a quanto pare, nessun risultato fino ad ora. Per questo ha deciso di rivolgersi al Prefetto per segnalare il disagio che sta vivendo tutta la famiglia a causa di questa inspiegabile “svista”. Sì perché, se il pensiero iniziale era andato ad un furto di targa, dal racconto di Angelo Motta emerge un quadro diverso, che riconduce il tutto ad un più banale errore umano, che molto probabilmente avviene in fase di accertamento: «Viene confusa la ‘P’ dell’auto del trasgressore con una ‘R’ che è invece presente nell’auto di mio padre. Un errore di lettura fatto prontamente presente con tanto di foto, non capisco come possano vedere una stanghetta che non c’è».

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