Anila, morta a 26 anni: «Vertebre schiacciate, forse errore di un collega». La mamma di Luana: sono omicidi

Mercoledì 15 Novembre 2023, 17:55 - Ultimo aggiornamento: 16 Novembre, 08:05

La mamma di Luana: «Non cambia mai nulla»

«Non sono incidenti sul lavoro, sono veri e propri omicidi. Ogni volta che c'è una giovane vittima morta sul lavoro si sentono tante chiacchiere, tante parole di cordoglio, ma poi non cambia mai nulla». Lo ha detto all'Adnkronos Emma Marrazzo, madre di Luana D'Orazio, la 22enne morta stritolata dentro un orditoio in un'azienda tessile a Montemurlo, in provincia di Prato, il 3 maggio 2021, commentando l'ennesima 'morte bianca' che sembra richiamare nelle tragiche modalità in cui è avvenuta quella della figlia.

«Quando ho appreso questa terribile notizia ho sentito come una pugnalata al cuore - racconta Emma Marrazzo che vive a Pistoia crescendo il suo nipotino, il bambino di Luana - Ogni volta che c'è una tragedia sul lavoro per me la ferita aperta con la morte di mia figlia Luana torna a sanguinare forse ancora più di prima. Lo sconforto mi assale, perché non cambia mai niente: si parla ogni volta di prevenzione necessaria dopo tutte le morti e poi non viene fatto niente. Ogni morte è per me uno choc insopportabile, il dolore torna sempre più forte».

Per Emma Marrazzo, che ora gira anche nelle scuole tra le province di Prato, Firenze e Pistoia,
«non si deve parlare di incidenti sul lavoro ma di omicidi sul lavoro. E direi anche di smetterla con la definizione di 'morte bianca': è una morte bianca solo per chi non paga mai, per i familiari delle vittime è una morte 'nera'. Le istituzioni parlano e basta quando ci sono infortuni mortali ma questo massacro va fermato subito. E' una vera e propria guerra. Serve sicurezza vera sul lavoro, basta chiacchiere». Per onorare la memoria della figlia Luana, Emma Marrazzo ha annunciato anche, parlando con l'Adnkronos, il suo impegno nella raccolta delle firme per una proposta di legge che introduca il reato di omicidio sul lavoro e lesioni gravi o gravissime alle lavoratrici e ai lavoratori.

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