Perché il 46% dei genitori si è licenziato nel 2023?
A causa delle sfide nel bilanciare le responsabilità lavorative con quelle familiari, particolarmente nell'assistenza ai propri figli. Questa problematica ha colpito maggiormente i genitori tra i 29 e i 44 anni, specialmente quelli con un solo figlio o in attesa del primo. Le difficoltà includono la gestione del carico di lavoro, la lontananza dal posto di lavoro, orari lavorativi rigidi, l'accesso limitato a servizi di supporto, difficoltà nell'inserimento dei bambini in strutture come i nidi, costi elevati per tali servizi e la mancanza di una rete familiare di supporto.Rispetto al resto d'Europa, quali misure attuano le aziende italiane per i genitori?
Le aziende italiane hanno adottato varie misure per supportare i genitori lavoratori, tra cui bonus alla nascita, premi welfare per coprire costi di asili nido o spese mediche, e integrazioni salariali oltre a quanto previsto dall'INPS. Lo smart working e i congedi parentali, disponibili sia per la madre che per il padre, rappresentano strumenti chiave per favorire una migliore distribuzione dei carichi di lavoro familiari durante fasi critiche.Come riconoscere il disagio?
Al rientro dalla maternità, è comune sperimentare un'ampia gamma di sentimenti, tra cui cambiamenti nell'autostima e nella percezione di autoefficacia. Tentativi di gestire sovraccarichi di lavoro e perfettionismo possono segnalare il tentativo di bilanciare i ruoli di genitore e lavoratore. Sentimenti di colpa verso il team di lavoro o la famiglia di origine, disorientamento e preoccupazione sono normali. L'ambiente aziendale, focalizzato sulla performance, può ostacolare l'espressione di queste difficoltà, creando un ciclo di vergogna e auto-svalutazione. È fondamentale che le aziende promuovano un approccio aperto, informato, attento e empatico per riconoscere i segnali di disagio prima che diventino gravi.Ultimo aggiornamento: Martedì 12 Marzo 2024, 10:24
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