Roma, suicida a 13 anni, le amiche: «Diceva di volerla fare finita»
di Maria Lombardi e Raffaella Troili
Roma, 13enne suicida: sparite le chat dei bulli. Si indaga su un altro caso
LA FESTA
Venerdì era stato il suo compleanno, l'aveva festeggiato con gli amici, ne aveva tanti. «Era un botto socievole, si faceva voler bene. Tutti le volevamo bene», all'uscita della scuola dove frequentava la terza media i ragazzi non parlano che di lei, non riescono a trattenere le lacrime. Era bella, Ludovica, gli occhi azzurri e i capelli castani. «Ma non se la tirava, era una semplice». E gli insulti sui social? Quelle offese «sei una zoc...»?. «Sì, lo sapevamo. Era già successo anche qualche mese fa. C'era passata e non ne aveva fatto un dramma. Adesso aveva problemi in famiglia». Il padre che aveva lasciato la madre per una donna molto più giovane, la madre che fa la cameriera e aveva perso il lavoro. «Forse un insieme di cose». «C'era rimasta tanto male per il ragazzo che l'aveva mollata». «Ma è roba vecchia, adesso erano amici». «Sì, però lei aveva tanto sofferto». Le amiche si chiedono cosa è stato e si tormentano, chissà una parola in più. Lunedì in classe mancavano in tanti, non ce l'avevano fatta a tornare a scuola dopo aver saputo cosa era successo domenica pomeriggio. Ieri erano di nuovo lì, senza Ludovica. «Andiamo a correre», la professoressa di educazione fisica li ha portati al campetto per sciogliere il dolore. Piangevano anche le insegnanti a vedere quei ragazzetti ansimare disperati.
LA PRESIDE
«Siamo sconvolti, questa notizia per noi è stata uno tsunami», la preside dell'istituto comprensivo al Trionfale ha parlato con i compagni della tredicenne e cercato di consolarli. «Piangevano tutti, non riuscivano a fermarsi. Era una ragazza tranquilla, non problematica. Da quello che ci risulta non era oggetto di particolari attenzioni, ben inserita con i compagni. Nessun disagio intercettato dalle insegnanti che sono molto attente e accoglienti». Brutti voti? «No, non c'era alcuna situazione preoccupante. Ora dobbiamo aiutare i compagni a superare questo trauma, metteremo subito a disposizione lo sportello psicologico. E continueremo il progetto di prevenzione del bullismo con la polizia». Ludovica era «rispettosa, educata e delicata», dicono le professoresse, «molto seguita dalla madre». Il padre seduto sul marciapiede sotto casa, la testa tra le mani, ripete: «Non ce la faccio. Datemi qualcosa, non ce la posso fare».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 2 Ottobre 2019, 08:52
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