Roma, l'ultima tegola per Atac, nuovi bus mai arrivati: «Settembre a rischio»

Ultima tegola per Atac, nuovi bus mai arrivati: «Settembre a rischio»

di Lorenzo De Cicco
«Quest'estate inizieranno ad arrivare i 328 nuovi bus che abbiamo acquistato. Dobbiamo essere pronti a ripartire quando sarà il momento», assicurava Virginia Raggi ad aprile, in pieno lockdown, quando già era nell'aria la tagliola sulla capienza dei mezzi pubblici per ridurre il rischio contagi: una sfida nella sfida per la disastrata Atac, che in condizioni normali non riesce ad assicurare il servizio ordinario, figuriamoci un servizio straordinario con i posti a bordo sforbiciati (almeno in teoria) del 40%. A luglio, la sindaca di Roma già aggiustava il tiro: delle 328 navette comprate l'anno scorso, ne sarebbero arrivate al massimo «70 entro agosto». Invece niente: nei depositi della municipalizzata non si è vista nemmeno una-navetta-una. «Se tutto va bene i primi bus saranno in servizio per la prima metà di settembre», spiega una delle ditte esterne interessate all'operazione. Quanti? Sempre 70 mezzi, al massimo.

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Significa, nel migliore dei casi, che soltanto un quinto degli autobus ordinati quasi dieci mesi fa dall'amministrazione comunale sarà pronto per una fase che si annuncia delicatissima, con la ripresa delle lezioni a scuola e la riapertura di tanti uffici che in questi mesi hanno lavorato in smart working. È slittato tutto il programma delle consegne: se a settembre, anziché ad agosto, arriveranno 70 navette, l'altro blocco da almeno 50 veicoli non sarà pronto prima di ottobre. Nel frattempo la municipalizzata dei trasporti dovrà arrangiarsi con quello che ha: un parco mezzi tra i più datati d'Europa, 11 anni di media, una situazione che costringe i capi dei depositi a spedire in strada bisonti dei primi anni 2000, pur di assottigliare la mole di corse saltate.
 

GLI ACQUISTI FLOP


Per Raggi rischia di essere l'ennesimo inciampo sul fronte trasporti, dopo i 70 pullman noleggiati da Israele e bocciati dalla Motorizzazione civile appena arrivati in Italia (mai utilizzati, sono finiti in Marocco) e la gara per comprare 300 nuovi bus andata deserta nel 2018 e riscritta da capo, sfruttando la piattaforma Consip del Ministero dell'Economia, per rispettare il piano del concordato fallimentare. Così sono arrivati, un anno dopo, 227 mezzi. Ora la situazione è più grave perché avere una flotta rinnovata e soprattutto funzionante è l'unico modo per non trasformare il ritorno a scuola e in ufficio in un pericoloso assalto alla diligenza. «Per settembre c'è preoccupazione - ammette Carlo Sgandurra, presidente dell'Agenzia comunale di controllo sui servizi pubblici - Atac già sconta l'età estremamente alta delle proprie vetture, nonostante gli acquisti degli ultimi anni, i nuovi bus sono decisivi per ridurre questo gap». Sempre che arrivino in tempo.
 
 

Ultimo aggiornamento: Venerdì 21 Agosto 2020, 10:04
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