Una recinzione intorno alla zona rossa per impedire il passaggio degli esemplari. Ma per contenere la diffusione della Peste suina africana (Psa), da questa mattina verrà attivata anche la task force dei Guardiaparco. La squadra che avrà il compito di perlustrare i 5 ettari della riserva dell’Insugherata isolata per accertare la presenza o meno, di altre carcasse di cinghiali infetti. E di verificare le zone di passaggio che saranno bloccate con le recinzioni.
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Peste suina a Roma, recinzioni anti-cinghiale
Lo stesso protocollo attivato in Piemonte dove per arginare il contagio-il primo caso era stato registrato a dicembre 2021 - è stato necessario costruire una cancellata di 275 chilometri intorno alla zona rossa individuata. Con l’ordinanza firmata dalla Regione Lazio nella notte tra venerdì e sabato, il tavolo di emergenza sanitaria e pubblica dunque è pronta a partire. Dopo il primo caso di Psa accertato l’attenzione è massima e così come previsto dall’ordinamento europeo in caso di contagio, gli esemplari andranno abbattuti.
L’infezione infatti (causata dal virus ASFV) deriva da un patogeno resistente che sopravvive in ambiente esterno fino a 100 giorni e resiste per diversi mesi all’interno di salumi o nella carne congelata. Le persone non si infettano però possono contribuire a diffonderlo, soprattutto negli allevamenti dove il contagio può avvenire per contatto con qualsiasi oggetto contaminato, abbigliamento compreso. Ecco perché, sempre da questa mattina, le Asl di competenza sono pronte ad attivare l’algoritmo per selezionare i primi campionamenti tra i 12 mila allevamenti di suini registrati nelle campagne romane. In tanto, la priorità è quella di stabilire quanto al momento sia estesa l’infezione nelle aree verdi della Capitale in cui si contano circa 20 mila esemplari.
IL CONTENIMENTO
La campionatura inizierà nella riserva dell’Insugherata che si estende nel quadrante nord della città tra i quartieri Balduina, Primavalle e Cassia.
TEST A CAMPIONE
«Nella Capitale la questione sul contenimento è molto delicata - sottolinea il presidente Granieri - perché se efficace, può evitare il diffondersi a macchia di leopardo dell’infezione. Inoltre, spesso gli animali si ammalano mangiando scarti alimentari infetti. Allo stesso tempo - conclude sarà necessario attendere i risultati dei campioni per capire a che punto siamo della diffusione». In attesa che decolli anche il piano programmato dal Campidoglio e annunciato lo scorso aprile e che ha ordinato le installazioni delle speciali reti Keller per bloccare gli scavi degli animali. Le prime sono state installate nel XIV Municipio ed è in fase conclusiva anche quella del XV.
Ultimo aggiornamento: Martedì 10 Maggio 2022, 09:06
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