Ex calciatore si finge un Casamonica e minaccia farmacista: «Se non mi dai i soldi, ti sparo»
di Marco Carta
LA DINAMICA
«Se non mi dai i soldi, ti sparo e per il futuro avrai ripercussioni sulla tua attività». In questo modo il 34enne aveva provato ad intimorire il titolare della farmacia, che mai aveva subito richieste di pizzo. Con fare da boss Ricozzi era riuscito a farsi consegnare tutto l'incasso, ventilando possibili vendette future contro il negozio. Poi, quando ieri mattina Ricozzi si è ritrovato a piazzale Clodio per la convalida dell'arresto, ha cambiato atteggiamento. E di fronte al giudice monocratico ha dato vita ad un lungo sfogo: «Giocavo a calcio nella Roma, poi ho iniziato a bere. Non sono un Casamonica. Nemmeno li conosco. Ho detto così perché avevo bisogno di denaro. Non lavoro, guadagno qualche soldo giocando a calcio nelle categorie inferiori», ha spiegato Ricozzi, rispondendo alle domande del pm d'aula Donatella Plutino.
I SOGNI INFRANTI
Sognava l'esordio in Serie A, come i suoi compagni più illustri Daniele De Rossi, attuale capitano della Roma, Alberto Aquilani o Simone Pepe, forse i più famosi esponenti di quella generazione d'oro di campioncini, cresciuta nella cantera giallorossa sotto lo sguardo vigile di Bruno Conti, all'epoca responsabile del settore giovanile. Invece per l'ex difensore centrale, le cose sono andate diversamente: prima una carriera calcistica deludente, passata a girovagare fra le serie minori senza troppa fortuna. Poi i guai con la giustizia: i precedenti per stalking nei confronti dell'ex fidanzata, i maltrattamenti in famiglia, e infine l'accusa di estorsione, che per ora gli è valsa gli arresti domiciliari con il braccialetto, in attesa del processo.
Ultimo aggiornamento: Martedì 18 Settembre 2018, 12:21
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