Alessandra Todde vince in Sardegna, chi è l’imprenditrice e manager grillina: scoperta da Di Maio (poi scaricato) e l'investitura di Conte

L’ex sottosegretaria festeggia: «Sarò la prima donna a governare la Sardegna»

Video

di Andrea Bulleri

Sul suo curriculum, più delle esperienze da manager e imprenditrice, del titolo di “ingegnere” (al maschile) e del triennio al ministero dello sviluppo economico, di lei racconta la voce «lingue parlate»: inglese, spagnolo, francese e «sardo». E chi la conosce bene assicura che non è un caso: «Alessandra? Una cittadina del mondo con radici (e cuore) ostentatamente sardo». Eccola Alessandra Todde, nuova presidente della Sardegna, prima donna Cinquestelle a espugnare una Regione dalla nascita del Movimento a oggi. E prima donna in assoluto a guidare l’isola. 

Alessandra Todde, chi è la nuova governatrice sarda

Cinquantacinque anni, di Nuoro, anche se la Sardegna Todde l’ha lasciata presto, per studiare scienze dell’Informazione a Pisa. Qualche anno più tardi la seconda laurea (in Informatica) poi l’esame da ingegnere. Un titolo a cui «tengo molto», scriveva nella sua bio sul portale M5S l’ex sottosegretaria (poi viceministra) al Mise ai tempi del governo Conte II e Draghi. A incoraggiarla a proseguire gli studi era stato il padre, insegnante di matematica e fisica, che nel 2000 si ammalò di sclerosi laterale amiotrofica. E nonostante molti le chiedessero ma chi te lo fa fare, «la speranza di renderlo più orgoglioso, seppur per un’ultima volta, ha prevalso». E sarà per il ricordo del nonno antifascista spedito al confino, sarà per quella voglia «di affrontare tutte le sfide della vita, osando, senza farmi intimidire», che nel 2019 Todde lascia la guida dell’azienda di software Olidata, dov’era arrivata dopo una serie di esperienze in otto Paesi tra Spagna, Inghilterra, Francia, Olanda, Stati Uniti (negli Usa è rimasta per 11 anni), per tentare – da neofita – la corsa all’Europarlamento. 
A “scoprirla”, per la verità, fu Luigi Di Maio, all’epoca in cui l’allora capo politico grillino era titolare del Mise. Il tentativo fallì: Todde, da capolista nella circoscrizione Isole, mancò il seggio a Strasburgo. Ma pochi mesi più tardi, con il passaggio al Conte bis, eccola approdare al dicastero di via Veneto coi galloni da sottosegretaria prima, viceministra poi.

Un po’ tecnica, un po’ donna di partito. Dentro il quale scala posizioni fino a diventarne, un paio d’anni più tardi, una dei numeri due, avvicinandosi sempre più alle posizioni dell’avvocato di Volturara Appula. Fino a scaricare definitivamente Di Maio. 

È proprio Conte a volerla nelle liste dei candidati alle politiche di un anno fa. Ed è sempre Conte il primo a spendersi per farla correre in Sardegna: «È il miglior nome che la Regione e il Movimento possano esprimere», la convinzione a via di Campo Marzio. Condivisa, va detto, dalla leader del Pd Elly Schlein, che per Todde si è spesa in prima persona, contestazioni al mercato di Cagliari comprese. 

Una partita tutta in rimonta, quella di Todde. Giocata tre contro uno, dal momento che Renato Soru – ripetevano fino a ieri sera i supporter dell’ex sottosegretaria – per mesi non ha fatto altro che bombardare la candidata grillina, invece di attaccare il centrodestra. «Alessandra, invece, il centrodestra lo ha sconfitto, nonostante la partita fosse data per persa in partenza». Grazie anche, fanno notare in parecchi, a una campagna elettorale condotta senza sbagliare un colpo.

Sia quando non ha voluto i leader nazionali rosso-gialli sul palco della chiusura a Cagliari (e c’è chi fa notare che una certa distanza dei vertici cominci a portare bene, in casa centrosinistra), sia quando ha attaccato frontalmente il governo, con parole che qualcuno aveva giudicato fuori misura. Dettate però dal calcolo che alzare il livello dello scontro le avrebbe giovato: previsione azzeccata, si direbbe. 

La svolta

Un dato, poi, fa allargare i sorrisi dalle parti del campo largo. Todde incassa più consensi della somma dei partiti che la appoggiano. Segno che, ribadiscono i suoi, «la sua è una storia convincente». Politica ma pure imprenditoriale. Nel 2014, prima di passare alla società di consulenza Kaufmann & Partners, Todde fonda Energeya, azienda che sviluppa software per il settore dell’energia. E viene premiata dall’associazione delle donne dirigenti d’azienda come imprenditrice sarda dell’anno. Prima di entrare top 50 delle «donne più influenti nel mondo della tecnologia». Fino alla svolta della politica, «per provare a restituire qualcosa alla società dopo tante soddisfazioni personali». E chissà che la sfida più difficile non sia appena cominciata. 


Ultimo aggiornamento: Martedì 27 Febbraio 2024, 11:14
© RIPRODUZIONE RISERVATA