È rimasto spiazzato. Conte non si aspettava un attacco così diretto, mirato a delegittimarlo. Nelle ultime 48 ore aveva parlato con Grillo, gli aveva garantito che i dissapori sarebbero stati superati e invece il fondatore M5s, presentandosi al cospetto dei deputati, lo ha messo con le spalle al muro: «Sono il garante ma non sono cogl...e», l’incipit. E giù con gli affondi: «Conte deve studiare, lui non conosce il Movimento. Non è mai stato in piazza. È un uomo di cultura, integerrimo, ma non ha una visione, quella ce l’ho io». Ed ancora: «È lui che ha bisogno di me, non io di lui». E poco importa che poi al Senato - l’enclave dei ‘contiani’ - sia stato più morbido: «Conte ha fatto un lavoro straordinario, rappresenta il futuro, non voglio indebolirlo». Ad un certo punto del suo discorso a Montecitorio si è rivolto provocatoriamente a Bonafede: «Ehi, come ti chiami? Me lo hai presentato tu ma ora ti aspettavi che scomparisse e si presentasse con una bozza di statuto scritto da solo?». Per la serie: «Ma chi è? La storia del Movimento sono io, volete lasciare solo a lui M5s?».
Grillo e Conte, due leader costretti all’accordo anche sul doppio mandato
Chi gli ha parlato descrive ora il giurista pugliese irritato e pieno di dubbi. Posizioni che ha già messo in chiaro in una telefonata arrivata in serata, Conte comunque è intenzionato a non piegarsi. La settimana prossima è in programma un suo incontro con i parlamentari M5s, ma si è preso del tempo. Per capire se mollare o no. Certo, 3/4 dello statuto «è scritto», la premessa dell’ex comico, «ci sono delle divergenze di vedute, come avveniva in passato tra me e Gianroberto Casaleggio, io sono un pochino di sinistra, lui era un pochino di destra», ma il ragionamento del fondatore è chiaro: «Senza di me non va da nessuna parte». E per dimostrare che di andare in pensione non ci pensa proprio, Grillo ha presentato di sua sponte il nuovo simbolo che sostituisce la dicitura legata al blog delle stelle con la data “2050”. Grillo insomma si è tolto tutti i sassolini dalle scarpe. Non ha gradito che l’ex premier si sia visto solo con i fedelissimi a cena per mettere nero su bianco il documento, senza neanche coinvolgerlo: «Ha mandato uno Statuto di 32 pagine.. c’era scritto bozza!». La sintesi, ironica, è che Conte «è un avvocato, io un ragioniere...». E poi quel riferimento alla comunicazione: «Mi vuole escludere. Casalino deve parlare anche con me».
Il blitz
Il risultato però del blitz dell’Elevato è che M5s è sempre più sull’orlo del baratro. I deputati lo hanno accolto con gli applausi, hanno gradito il suo ritorno in campo ma ora sono spaventati, scioccati: «Qui c’è il rischio della fine.
Il neo statuto
Di sicuro il nuovo statuto verrà emendato. Ma tutto sta a capire quanto Conte sia disponibile al compromesso. È stato chiamato al capezzale M5s, gli avevano promesso che sarebbe stato lui l’artefice della pax dopo gli scontri interni. E l’ex premier aveva anche concesso il placet al ritorno di coloro che sono andati via. Basta che ne facciano domanda e saranno i benvenuti. Ma lo scontro è lungi dall’essere risolto. Chi sta mediando la mette così: «Abbiamo un presidente della Repubblica e un premier nel Movimento». Una coabitazione dunque. La realtà è che Grillo la linea vuole darla lui. Ancorato al governo (ha elogiato Di Maio come ministro degli Esteri e attaccato il ministro Cingolani, «con lui un bagno di sangue») ma non accetta di fare passi indietro. Ora la palla passa a Conte che a questo punto non esclude di defilarsi.
Ultimo aggiornamento: Domenica 19 Febbraio 2023, 18:49
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