Ilaria Salis, cosa ha fatto? Le accuse e il processo. Chi è la maestra di Monza in carcere Budapest

Il processo nella capitale ungherese per una presunta aggressione avvenuta nel febbraio 2023

Ilaria Salis, cosa ha fatto? Le accuse e il processo. Chi è la maestra di Monza in carcere Budapest

Ilaria Salis è una maestra di Monza, ha 39 anni e dal febbraio 2023 è rinchiusa in carcere in Ungheria. E' accusata di avere aggredito due uomini causando lesioni giudicate guaribili in 5 e 8 giorni: non risulta che i due, che stavano celebrando Il giorno dell'onore,  abbiamo presentato denuncia. La presunta aggressione è avvenuta a Budapest alla vigilia dell’11 febbraio: Il giorno dell'onore è una ricorrenza durante la quale i seguaci del nazismo di tutt'Europa celebrano il tentativo dell'esercito tedesco, che comprendeva anche reparti di soldati ungheresi, di forzare l'assedio della capitale nel febbraio del 1945. Tentativo fallito perché le truppe sovietiche non lasciarono varchi. Dalla fine degli anni Novanta viene celebrata questa ricorrenze che ha finito per raccogliere filonazisti anche dal resto d'Europa e che negli ultimi anni, da quando il sovranismo ha alimentato i movimenti di estrema destra, è stato teatro anche di scontri con antifascisti. Sempre più estremisti di destra fanno tappa su Budapest nei primi giorni di febbraio sapendo che la loro celebrazione sarà tollerata. Solo nel 2022, per motivi di ordine pubblico, la celebrazione venne annullata.

 

Rischia 24 anni di carcere

Ilaria Salis, convinta antifascista e attivista delle lotte per i diriti sociali, a volte definita anarchica, rischia fino a 24 anni di carcere dopo avere rifiutato un accordo su 11 anni.  Si è sempre dichiarata non colpevole.

Il processo è stato rinviato al 24 maggio dopo essere stato incardinato con l'apertura dell’istruttoria e le richieste probatorie: durante l'udienza l'italiana è stata portata in aula ammanettata, ai piedi una catena tirata da una sorvegliante. Un trattamento inumano medievale purtroppo in uso in Ungheria. Lo stesso trattamento, nonostante le proteste dell'Italia, le è stato riservato oggi 28 marzo durante l'udienza al termine della quale le sono stati negati gli arresti domiciliari in Ungheria. 

Nel frattempo un cittadino tedesco coimputato di Ilaria Salis è stato condannato a tre anni grazie a un rito immediato favorito dall'uomo che si è dichiarato colpevole. 

Manette e ceppi

Il caso di Ilaria Salis, rinchiusa inizialmente in un carcere con celle e situazioni indegne di un paese civile e quindi trasferita in strutture più idonee grazie alla pressione dei media e dell'ambasciata italiana, è deflagrato per quel trattamento con le catene che, secondo la difesa, viola il diritto europeo così come sono parsi illegittimi alcuni passaggi dell'iter processuale: ai difensori non è stata messa a disposizione la ripresa video della presunta aggressione. Mancava anche la traduzione in italiano dei capi d'imputazione.

L'Hungarian Helsinki Commitee, organizzazione che difende i diritti  dei detenuti, ha denunciato più volte il fallimento delle autorità ungheresi nell'adeguarsi alle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo. 

Inoltre Amnesty International ricorda che la decisione quadro del 2009 del Consiglio europeo sul reciproco riconoscimento delle decisioni sulle 'misure alternative alla detenzione cautelare', che in questi casi prevede per il detenuto una serie di misure alternative, come i domiciliari, applicabili anche in attesa della sentenza.

Inoltre giuristi sottolineano che «la Comunità europea ha stabilito la possibilità di ottenere gli arresti domiciliari nel proprio Stato, giustappunto perché non si verifichino disparità di trattamento tra cittadini europei, il cui pericolo di fuga non deve fungere da elemento discriminante». E' ciò che motiva la richiesta, finora respinta, dell'ambasciata e dei difensori di Ilaria Salis di avere i domiciliari in Italia e di poter partecipare al processo in videoconferenza.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 28 Marzo 2024, 18:07