ROVIGO - Un progetto condiviso da Viva Vittoria Rovigo, Acli, Bandiera gialla, Comune di Rovigo, Fondazione Conad, Provincia, associazioni polesane e scuole, insieme a case di riposo e casa circondariale, ha dato ieri in piazza Vittorio Emanuele II l'immagine di quanto il volontariato possa fare. Il simbolo (e il risultato) è stata una scenografia mai vista nella piazza principale del capoluogo, ricoperta con i colori della creatività e della solidarietà. Sistemati, prima, sulla pavimentazione rialzata i necessari teli di plastica protettivi, i colori sono arrivati e si sono uniti sul listòn, dove tra le 6.30 e le 8.20 una catena umana di centinaia di volontari si è formata tra piazzetta Annonaria, via X luglio e via Maddalena, e ha trasportato e allestito, passandole di mano in mano, le 2.900 coperte di lana realizzate con circa 13 mila quadrati 50X50 centimetri, cuciti all'uncinetto o ferri a partire dal marzo 2023: alle 18 ne era già stati acquistati oltre 1500.
LA COMPOSIZIONE
Poi, fino alle 19, in una piazza che ha avuto il pubblico da tutto esaurito, sul palco si sono alternati interventi di autorità, atleti e rappresentanti di società sportive (Union River, Frassinelle calcio, Rugby Rovigo e Monti, Bsc Rovigo, Rhodigium basket), la musica dei Memphis Experience e del duo AsAp di Sara Padovani e Paolo Lazzarini, che hanno composto per l'inno di Viva Vittoria Rovigo, e ancora spettacoli di danza: danze antiche da Villadose e un flash mob con 50 ballerini da Borsea. Tutto per mostrare come l'attitudine all'incontro e alla relazione siano i primi passi per quella condivisione che Viva Vittoria mostra nel "fare a maglia": una metafora sul creare e tessere i legami per cui "Se ami non minacci. Se ami, solo abbracci", secondo le parole dell'inno composto dagli AsAp, partendo da "La forza di un filo di lana", che è come luce che si accende, quando sembra lontana. Ieri s'è concretizzata così, dopo il rinvio di una settimana causato dal maltempo, un'incredibile opera di sensibilizzazione che ha superato le più rosee aspettative. Nato a Brescia nel marzo 2015 da un'idea di Cristina Begni, realizzando finora 1,3 milioni di euro di raccolte fondi per centri antiviolenza e case rifugio, il Progetto Viva Vittoria si è declinato a Rovigo da Anna Maria Sgualdo, referente locale del Progetto, che ha avuto piena consapevolezza di come anche in Polesine ci fosse necessità dell'iniziativa, che ha coinvolto subito Davide Sergio Rossi di Bandiera gialla e la rete Acli del territorio, guidata dalla presidente Roberta Cusin.
LA CONDIVISIONE
L'intento è stato condividere, con più persone possibile, il messaggio che la violenza si può fermare, insieme.
DETENUTI COINVOLTI
«Siamo il primo istituto penitenziario in Italia ad avviare questo progetto, che è molto importante - ha detto Mattia Arba, da alcuni mesi direttore della Casa circondariale di Rovigo - perché i reati che riguardano la violenza di genere sono in aumento. Le 270 persone detenute a Rovigo, anche dietro un muro fanno parte della comunità polesana: sono persone da recuperare, perché solo così si rinasce. Questo progetto non cambia il passato, ma contribuisce a far nascere un nuovo futuro, una nuova speranza», ha detto Arba raccontando come sono stati coinvolti nell'iniziativa i detenuti in regime di alta sicurezza, condannati per crimini di tipo mafioso.
Sul listòn ieri, dunque, c'erano anche i quadrati 50X50 realizzati da loro. Anche così, l'impegno di tutti i giorni e la raccolta fondi continueranno al box di Viva Vittoria Rovigo in piazzetta Annonaria (aperto ogni martedì e giovedi dalle 15.30 alle 19.00) e attraverso gli eventi che il progetto continuerà a organizzare localmente. In questo percorso è protagonista anche l'Ulss 5 polesana, per fare rete con le istituzioni, il Centro Antiviolenza e l'associazionismo: tutti uniti per dire che di fronte a ogni violenza c'è sempre, in qualsiasi momento, un punto di riferimento a cui rivolgersi.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 18 Marzo 2024, 06:00
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