Non solo Flaminio, a Caracalla la burocrazia
rischia di uccidere anche lo Stadio delle Terme

Non solo Flaminio, a Caracalla la burocrazia ​rischia di uccidere anche lo Stadio delle Terme

di Lorena Loiacono
Il campo è verde, pulito e attrezzato, la pista è perfetta, fresca di restyling. Così si presenta agli atleti lo stadio di Caracalla: per gli sportivi è un sogno, irrealizzabile. La pista infatti, nuova di zecca, resta chiusa: inarrivabile dietro al cancello chiuso.





Il motivo? La solita burocrazia romana che ferma tutto, in attesa di un bando che assegni la gestione a qualcuno. Intanto gli atleti corrono per strada. E allora il campo di Caracalla rischia di mettersi in coda con le altre strutture sportive di Roma che, messe sotto chiave, restano abbandonate e scivolano verso il degrado. Peccato che l'area ai piedi della Terme di Caracalla sia stata riaperta il 12 settembre scorso, in occasione del Mennea Day, dopo mesi di lavori per la ristrutturazione. Il campo venne chiuso infatti il 23 giugno scorso. E il cancello è stato riaperto solo poche ore per la giornata dedicata al ricordo di Mennea. Tempo e soldi buttati, tanti. Circa 400 mila euro. Una spesa per ora inutile visto che il campo resta chiuso.



Il grido di allarme arriva infatti dalle tante famiglie costrette a portare i piccoli atleti a correre nel “biscotto” all'esterno del campo, sulla strada. Mentre agli atleti adulti, tra coloro che non devono solo allenarsi per correre ma praticano anche lanci e salti, non resta che andare nel campo della Farnesina ridotto ormai al collasso.



Un vero peccato considerando anche la condizione attuale di Caracalla. Sul piede di guerra anche la Federazione italiana di atletica leggera del Lazio che si occupa dell'area, anche se ad oggi non ha una vera e propria assegnazione, garantendo quella manutenzione ordinaria che va dalla pulizia del verde alla pittura degli spogliatoi. Il personale della federazione si occupa anche della guardiania, per scongiurare eventuali raid visto che un campo simile, chiuso all'utenza, rischia atti di vandalismo, incursioni notturne e occupazioni. Come già accaduto, ad esempio, sia nel Campo di Testaccio che al Flaminio.



E allora, se la storia insegna, meglio prevenire eventuali danni. E martedì nello stadio di Caracalla arriva l'allestimento per il villaggio del Granfondo di ciclismo: una bella occasione per Roma e per i tanti appassionati che rischia però, senza manutenzione, di danneggiare con le bici la pista. Dove gli atleti ancora non hanno mai messo piede.



MARTELLI (FIDAL): "FUORI 400 ATLETI DI TUTTE LE ETÀ" Fabio Martelli, presidente della Fidal Lazio, cosa sta succedendo a Caracalla?

«Accade che le solite pastoie burocratiche rischiano di rovinare il lavoro fatto sulla pista e la passione degli atleti che restano fuori».

Di quante persone parliamo?

«Almeno 400 ragazzini dai 6 anni su. Senza contare tutti gli adulti che ora si allenano sparsi per Roma».

La Fidal cosa sta facendo per lo stadio?

«Ci sono le persone che si occupano della struttura, garantendo pulizia e decoro quotidianamente. Oltre a controllare l'area. E poi ci sono circa 30 tecnici che dovrebbero allenare gli atleti. Ma ora basta».

Che vuol dire?

«Voglio dire che ieri ho chiuso il campo e riconsegno le chiavi al Campidoglio definitivamente. O mi dicono che posso tenerlo in gestione fino al bando, ovviamente senza alcuna remissione per il Comune, oppure lascio tutto. Non posso prendermi la responsabilità di vederlo danneggiare».

Pensa al Granfondo?

«Anche. La manifestazione ciclistica è già stata ospitata a Caracalla ed è stato un evento bellissimo. Però non posso garantire io per la struttura , in questi giorni in cui arriveranno 3-4mila biciclette, se non ho le carte in regola per farlo».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 2 Ottobre 2015, 09:54
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