Sara Bosco, la madre: "A rovinarla è stato
un ragazzo, ho trovato io il corpo"
«Sono stata io a trovarla lì, ma lei era una brava ragazza, voleva tornare a casa, non si sarebbe mai uccisa» - lo sfogo della madre al Corriere della Sera - «Noi eravamo legatissime, mi scriveva sempre sms in cui mi diceva che mi voleva bene». Sara, dopo un anno di disperate fughe da una comunità di recupero all'altra, è morta giovanissima in un quadro di degrado totale. E la mamma è furiosa: «A portarla sulla cattiva strada è stato un ragazzo afghano conosciuto a Termini nei mesi scorsi, è con lui che era stata avvistata spesso a Roma».
Ora, come se non bastasse, la Procura di Roma ha aperto un'indagine per istigazione al suicidio, a carico di ignoti. Katia, però, resta nel mirino degli inquirenti.
Le continue fughe, nei mesi scorsi, hanno indotto la madre a contattare 'Chi l'ha visto?' per rintracciare Sara. La prima fuga all'inizio dell'anno: a gennaio la madre scopre che ha dormito al Pigneto nei luoghi più improbabili insieme ad un ragazzo, ed è proprio qui che Sara viene bloccata e portata controvoglia alla stazione Termini, dove la madre le annuncia che il tribunale l'aveva assegnata ai servizi sociali. Nella stazione romana, però, la nuova fuga: Sara va in bagno e sparisce. Verrà ritrovata a fine marzo e nuovamente ospitata in una casa famiglia del Frusinate. Dopo appena due giorni, la ragazza tenta di fuggire calandosi con le lenzuola annodate dal terzo piano, ma cade e riporta fratture in tutto il corpo e traumi facciali. Ricoverata in codice rosso al Gemelli, ancora convalescente e zoppicante, Sara finisce in una comunità di recupero di Perugia. Pochi giorni fa la nuova fuga, finita con la giovane vita spezzata in un luogo oscuro, sporco e abbandonato.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 10 Giugno 2016, 13:34
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