«Quel mister infilava la maglietta
nei pantaloncini di mio figlio»

«Quel mister infilava la maglietta nei pantaloncini di mio figlio»

di Raffaella Troili
Ci ha ingannato, non ci voleva. Il vice parroco si agita nel cortile dell’oratorio di Acilia e l’impressione per attimo che desideri restar solo e andare a sbattere la testa lungo tutto il muro che circonda il campo di calcio.

E’ lui il responsabile delle attività e nel silenzio di questi mesi ha creduto, ha sperato, che non fossero così gravi le accuse mosse all’ex mister dei pulcini.

«L’avevamo allontanato dopo quelle denunce ma aveva la nostra fiducia, gli avevamo proposto di allenare i più grandi, lui però aveva deciso di andarsene. Era l’anno scorso, mi sembra».



Un bambino, una vittima del mister non si è più visto né in parrocchia né in oratorio; un altro ancora viene, la famiglia arrivò a protestare duramente, ancora se la ricordano. «Erano arrabbiatissimi. Raccontarono particolari che non conoscevamo, non dubitavamo di quell’uomo». Che ha 47 anni, tre figli, fa il meccanico, si incontra nel quartiere, al mercato, ha solo smesso di affacciarsi in parrocchia. Non ci voleva, ripete il vice parroco, «con l’aria che tira nei confronti dei preti», con tutto quel che si cerca di fare per togliere dalla strada e dalla noia i giovani, per offrir loro spazi di gioco ed evasione.



L’INCENDIO

Cade dalle nuvole il parroco, eppure sempre tanto attento, segue meno l’attività dell’oratorio, «mi dispiace solo che una famiglia non è venuta, per silenzio, per paura, per proteggere il bambino. Fa male: vuol dire che non c’è un rapporto buono». Si aggira anche lui nell’oratorio cercando di sbrigare mille beghe, la sera prima qualcuno ha brucia due bagni, i carabinieri hanno transennato tutto. Lo spazio è grandissimo, un labirinto di corridoi, stanze e spogliatoi, scale e locali che s’inseguono, materiale accatastato. E’ il centro del quartiere, un punto di riferimento. La notizia arriva con la forza di un boomerang, nel silenzio di questi mesi, mentre le indagini andavano avanti, i religiosi hanno sperato che quelle voci avessero alzato solo un polverone. «Ma ora non c’è dubbio, se i carabinieri l’hanno arrestato, qualcosa di grave quell’uomo l’ha fatta». Dal luglio scorso c’è un nuovo allenatore, la società della squadra si è affiliata alla As Roma, «ma questa storia non c’entra», dicono i responsabili.



LA MAMMA

«Eravamo stati informati e ci dispiace per il bambino e il dolore che ha provato. Anche la mamma è venuta a raccontarci qualcosa, che il mister aiutava il figlio a mettere la maglietta nei calzoncini, all’inizio non ci sembrava vero, piano piano sono i venuti i dubbi anche a noi». Fatti accaduti nella stagione 2012/2013, da allora «le famiglie ci hanno chiesto un’attenzione maggiore, insomma che non ricapiti mai più una cosa del genere, ci siamo organizzati per monitorare meglio».



Ieri gli allenatori si sono riuniti, c’era da rispondere a mille domande. Il mister che ha abusato dei suoi piccoli calciatori fino a qualche giorno fa lo si poteva incontrare nel quartiere, dove è nato e cresciuto. Solo in parrocchia non è tornato. Appassionato di auto, calcio, giochi on line (slot e casinò) ostenta sul profilo facebook gusti infantili, dai cartoni animati (Jeeg Robot) ai passatempi. E’ l’unico membro del gruppo “Quelli ke vorrebbero una migliore amika ke li capisce”. Ha giocato a Candy Crush fino al 25 febbraio.


Ultimo aggiornamento: Sabato 1 Marzo 2014, 08:07
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