Troppi scioperi all'Opera di Roma, Muti lascia:
"Non ci sono più le condizioni per lavorare"

Troppi scioperi all'Opera di Roma, Muti lascia: "Non ci sono più le condizioni per lavorare"
Colpo di scena all'Opera di Roma: Riccardo Muti, direttore onorario a vita del Teatro, rinuncia alle due opera, Aida e Nozze di Figaro, in cartellone per prossima stagione.



L'annuncio è contenuto in una sua lettera al Costanzi nella quale sottolinea: «Purtroppo, nonostante tutti i miei sforzi per contribuire alla vostra causa, non ci sono le condizioni per poter garantire quella serenità per me necessaria al buon esito delle rappresentazioni - e ancora -. E' stato comunque costruttivo cercare insieme di lavorare per il meglio».



Parole che ora si teme possano preludere ad un addio piuttosto che ad un arrivederci. Secondo il sindaco Ignazio Marino e il sovrintendente Carlo Fuortes - che ringraziano il maestro e sperano in un suo ritorno - si tratta di «una scelta senza dubbio influenzata dall'instabilità in cui versa l'Opera a causa delle continue proteste, della conflittualità interna e degli scioperi durati mesi. Da parte nostra prosegue l'impegno per il risanamento economico e gestionale».



Sul piano di risanamento di Fuortes i sindacati si sono spaccati tra favorevoli (Cisl e Uil) e contrari (Cgil e Fials) e sebbene un recente referendum tra i lavoratori abbia ottenuto esito favorevole per il piano, anche in questo caso non sono mancate contestazioni. Lo sconcerto, però, ora regna a tutti i livelli. Il ministro Dario Franceschini comprende le ragioni di Muti e spera «che almeno questo faccia aprire gli occhi a tutti quelli che, con resistenze corporative e autolesioniste, ostacolano l'impegno per quel cambiamento che la musica e la lirica italiana attendono da troppo tempo».



«L'uscita del maestro Riccardo Muti dal Teatro dell'Opera di Roma è un colpo mortale alla cultura e all'arte della nostra città», tuona invece dall'opposizone in Campidolgio l'ex sindaco Gianni Alemanno. E Alessandro Onorato dalla lista Marchini rincara: «È singolare che il sindaco Marino, il ministro Franceschini e l'intera maggioranza si dicano addolorati ma non siano riusciti concretamente a fare nulla per evitarlo».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 22 Settembre 2014, 07:53
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