Tavolini vietati che ricompaiono. Ecco come i
ristoratori si fanno beffa delle nuove ordinanze

Tavolini vietati che ricompaiono. Ecco come i ristoratori del centro si fanno beffa delle nuove ordinanze

di Simone Canettieri
Appare e scompare, il tavolino selvaggio. A seconda dell’ora e del tempo. Un po’ come accade nella baia di Mont Sant-Michel, solo che qui l’alta marea quella dei ristoratori furbetti.



Pronti a inondare all’occorrenza le vie più belle del centro con tavoli e sedie - nonostante il pugno duro del Campidoglio - e a surfare le richieste dei turisti alla ricerca di un pasto all’aria aperta. E allora si possono ascoltare dialoghi di questo tipo: «Scusi, possiamo mangiare di fuori?». «Beh, non si potrebbe, ma mettetevi seduti, via, solo perché mi state simpatici. Portiamo un po’ d’acqua?».



Il blitz dei vigili postato su Facebook dai ristoratori







IL MODO

La magia accade con regolarità nel dedalo di viuzze dietro a piazza Navona, che sta provando a reggere l’urto della nuova ordinanza seppur tra polemiche e scene madri come la rissa sfiorata l’altro giorno tra commercianti e vigili urbani. Ma a pochi passi da qui, le cose sono rimaste immutate. In via dell’Anima, via di Tor di Milina, via di Sant’Agnese in Agone e in via dei Loronesi, giusto per citare quelle immortalate qui sopra, tutto va come non dovrebbe andare. Basta farsi un giro a due orari differenti per scoprire il trucco di questi prestigiatori della deregulation.



LE DIFFERENZE

Passeggiando di buon’ora, quando il centro ha appena fatto confidenza con la giornata, di tavolini fuori nemmeno l’ombra, giustamente. E l’effetto visivo non è male. Ma all’ora di pranzo, quando le comitive di turisti stranieri iniziano a caracollare in su e in giù, ecco la sorpresa. Oplà, e il tavolino (proibito) riappare fuori da tutti i ristoranti. Camerieri e principali, in versione pr, iniziano la battaglia più difficile con i clienti: quella dell’ingaggio. Il biglietto da visita o esca? «Prego, mettetevi fuori». Una beffa. E fino alle 14.30 passate, la storia si ripete come sempre nonostante l’ordinanza. L’occupazione del suolo diventa abusiva: spuntano i tavolini fuorilegge. E le regole - c’è anche chi le fa rispettare a scapito della concorrenza - vanno di nuovo farsi friggere, come i fiori di zucca serviti nei piatti. Appena l’ultimo turista ha digerito e si è alzato ritorna la sindrome Mont Sant Michel: la bassa marea. I commercianti furbetti - tipo i venditori abusivi che scappano all’arrivo della municipale - fanno fagotto in tutta fretta e riportano l’arredo all’interno dei rispettivi locali. Quindi calma fino all’ora di cena quando riparte le giostra.

Ultimo aggiornamento: Lunedì 8 Settembre 2014, 19:35