Buzzi, il legale: "Lui e Alemanno si conobbero a Rebibbia, Carminati non c'entra"

Buzzi, il legale: "Lui e Alemanno si conobbero a Rebibbia, Carminati non c'entra"

di Davide Manlio Ruffolo
«È un falso storico affermare che Salvatore Buzzi abbia usato Massimo Carminati come strumento per arrivare al sindaco Gianni Alemanno e far pace con la giunta di destra». Lo ha dichiarato l'avvocato Alessandro Diddi, difensore del ras delle coop Salvatore Buzzi, nel secondo giorno della propria arringa del processo sull'organizzazione criminale denominata Mafia capitale, tutt'ora in corso nell'aula bunker di Rebibbia. 

Rivolgendosi ai giudici della X sezione del tribunale, presieduta dal presidente Rosanna Ianniello, il legale ha spiegato che il suo assistito «e Alemanno sono stati insieme nel carcere di Rebibbia. Successivamente si sono riconosciuti e nelle loro telefonate ormai si davano del tu». Nessun contributo alla loro amicizia, secondo la tesi difensiva, sarebbe arrivato da parte del presunto boss Massimo Carminati. Non solo, come ricostruito dal penalista, il momento in cui si sarebbero cementati i rapporti tra l'ex sindaco e il patron della 29 giugno sarebbe stato antecedente alla nascita del legame tra il suo assistito e il cecato, quest'ultima avvenuta tra settembre e ottobre del 2011. 

«La fotografia storica della cena al Baobab lo dimostra. A parte Luciano Casamonica, c'è Franco Panzironi che mangia con Giuliano Poletti, Umberto Marroni e Daniele Ozzimo. E dall'altra parte ci sono Gianni Alemanno, Angiolo Marroni e Venditti, presidente della Lega coop Lazio. Sono tutti allegri e contenti», ha precisato il difensore per poi puntualizzare «la foto è dell'agosto 2010 e, scattata da un altra angolatura, è stata pubblicata nel libro La lotta delle cooperative sociali di inserimento lavorativo nel giugno 2011. È lì che Alemanno e le coop di sinistra hanno fatto l'accordo».

In ultimo l'avvocato Diddi ha affermato: «La Procura è ossessionata dal Buzzi-centrismo. Mafia Capitale è diventata la copertina per giustificare le nefandezze di questo Paese che va avanti con il potere e la raccomandazione. Un sistema marcio che Buzzi ha cercato di smascherare confessando tutto quello che era a sua conoscenza». Al termine dell'udienza la difesa di Buzzi ha chiesto di patteggiare a 3 anni e 9 mesi di reclusione. 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 7 Giugno 2017, 10:21
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