Campidoglio, 12 candidati (più Marino):
le schede elettorali come lenzuola

Campidoglio, 12 candidati (più Marino): le schede elettorali come lenzuola

di Antonio Monti
Al momento i candidati per il Campidoglio sono dodici, tredici se alla fine decidesse di correre anche l’ex sindaco Ignazio Marino. Fosse una torneo amatoriale di calcio, la rosa avrebbe la panchina lunga.

Ma, dato che si tratta di elezioni, il primo problema sarà il formato da scegliere per le schede: extralarge, come minimo. Non proprio il massimo della comodità, soprattutto per i più anziani. Se il numero di sfidanti rimarrà così ampio, sia la scheda per il sindaco sia quella per i consiglieri comunali rischiano di somigliare a delle lenzuola. Quello che si apre è un weekend cruciale per la definizione degli schieramenti in campo, per una competizione che, a destra come a sinistra, è divenuta un banco di prova per sperimentare nuovi assetti politici in ottica nazionale. Roberto Giachetti e Virginia Raggi per ora sembrano i più accreditati per arrivare al ballottaggio. Il primo è forte dell’affermazione alle primarie del Pd ma ancora non riesce ad entusiasmare l’intero schieramento di centrosinistra.

A drenare ulteriormente consensi alla sua candidatura potrebbe aggiungersi Ignazio Marino. Oggi l’ex chirurgo, probabilmente con un video sui social, annuncerà se intende tentare nuovamente la scalata al Campidoglio o limitarsi a scandire la campagna elettorale col suo libro, in uscita a fine marzo. La candidata grillina, invece, sta cambiando pelle, tenta di accreditarsi come politica nazionale ormai capace di valicare i soli confini del Raccordo anulare. Ieri la prima stoccata contro Giorgia Meloni, ultima candidata in ordine di tempo: «Ogni tanto ritornano. Chi le avrà consigliato di scendere in campo? Alemanno, Berlusconi o La Russa?».

Intanto però deve guardarsi dagli esclusi dalle comunarie M5S, che hanno presentato un ricorso alla Procura di Roma per invalidarne l’esito. Lei, la leader di Fratelli d’Italia, forte del grande effetto visibilità della sua candidatura, continua a pungere Silvio Berlusconi: «Non sa cosa dire e tira fuori la carta del fascismo».

E Matteo Salvini la incita: «Andiamo a vincere». L’ex Cavaliere fa sapere che, anche con la Meloni in campo, Forza Italia continua a sostenere Guido Bertolaso. Intanto Alfio Marchini tira dritto e lancia un programma sul decoro urbano: un progetto assolutamente dedicato al territorio che vede al centro i romani e i loro quartieri, chiamando in ballo il senso di appartenenza assolutamente capitale. Mentre Francesco Storace tenta una mediazione per giungere ad una candidatura unitaria del centro destra. E pensare che qualcuno temeva una campagna elettorale noiosa.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 18 Marzo 2016, 09:19
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