«Questa piattaforma non ha unito, e mi dispiace.
Il Parlamento italiano ha fatto passi concreti. Non riconoscerli non è utile», dichiara Fedeli, che propone: «Perché non andare piuttosto sui luoghi di lavoro a coinvolgere le persone? Così si rischia di discutere dello strumento, lo sciopero, non di discriminazioni». In casa, racconta Fedeli, «non ci sono mai, lavoro dalle 7 del mattino a sera tardi. Ma da quarant'anni il mio impegno contro la discriminazione è quotidiano» ed «è da qui che devono partire le donne. Dal pretendere rispetto reciproco e dal condividere le responsabilità».
Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Marzo 2017, 13:37
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