Renzi contestato a Brescia, feriti due agenti.
Il premier: "C'è un disegno per spaccare l'Italia"

Renzi contestato a Brescia, feriti due agenti. Il premier: "C'è un disegno per spaccare l'Italia"

di Alessandra Severini
ROMA - Matteo Renzi comincia a temere che ci sia un disegno preciso per “dividere il mondo del lavoro” andando allo “scontro verbale e non solo”. Lo dice chiaramente intervenendo all’assemblea degli industriali bresciani mentre fuori dalla fabbrica gli operai, in ferie forzate per un giorno, lo contestano. Ma avverte anche che il governo “non permetterà di dividere in due l’Italia, da un lato i padroni, dall’altro i lavoratori”. Il messaggio del premier non è rivolto solo ai sindacati, ma anche alla minoranza del suo partito.





Sul jobs act il governo non mollerà di un millimetro, pronto anche, “se serve”, a ricorrere alla fiducia. Perchè le “regole nuove” del mercato del lavoro devono essere in vigore “dal primo gennaio 2015”. “Se facciamo ciò che siamo in grado – garantisce Renzi - l'Italia dei prossimi anni sarà locomotiva in Europa”. La tensione con la Cgil rimane alta. Il sindacato di corso Italia risponde con durezza alle parole del premier: “È il governo ad aver imboccato una strada che divide il Paese. C’è nervosismo nelle parole del presidente del Consiglio che ancora una volta evoca fantasmi e complotti, lancia invettive ma evita accuratamente di dire come si crea lavoro e come si rilancia il Paese”. La protesta degli operai di Brescia si è svolta senza incidenti, ma alcuni scontri si sono verificati in città tra forze dell'ordine ed esponenti dei centri sociali. La minoranza dem intanto continua a chiedere modifiche alla delega sul lavoro, non solo sull'art.18, ma anche su demansionamento e ammortizzatori sociali. Dall'altro lato però, Ncd è determinata a difendere con i denti il testo già approvato dal Senato.



Intanto la situazione dell’occupazione si fa sempre più preoccupante. Precipita per esempio la crisi della Ideal Standard. L'azienda americana ha rifiutato ogni accordo e per i 398 addetti dello stabilimento di Orcenico, in provincia di Pordenone, si apre la messa in mobilità immediata. I sindacati denunciano un “atto grave e irresponsabile” e annunciano una “mobilitazione di massa e un presidio permanente”. È ancora stallo invece sulla nomina dei due giudici costituzionali di competenza del Parlamento. L’accordo politico su un nuovo ticket ancora non si trova e anche la professoressa Maria Alessandra Sandulli ha ritirato la propria "disponibilità", probabilmente a causa delle forti critiche rivolte alla sua candidatura da alcuni parlamentari di Forza Italia.
Ultimo aggiornamento: Martedì 4 Novembre 2014, 11:20
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