Lara Comi: "Mia madre assunta a Bruxelles? Avevo bisogno di lei, avevo solo 26 anni"

Lara Comi: "Mia madre assunta a Bruxelles? Avevo bisogno di lei"
Non c'è solo Marine Le Pen nel mirino dell'Olaf, l'organismo antifrode dell'Unione Europea che sta indagando su alcuni rimborsi spese utilizzati, contro le norme in vigore dal 2009, dagli europarlamentari. Se la leader del Front National, infatti, è accusata di aver assunto, tramite un incarico fittizio pagato con fondi europei, la propria guardia del corpo personale, tra gli italiani spicca anche Lara Comi.



L'europarlamentare forzista, vicecapogruppo del Partito Popolare Europeo, è infatti accusata di aver indebitamente assunto la madre. La diretta interessata si è difesa sia sulla propria pagina Facebook, sia in un'intervista a La Repubblica.

«Fino al 2009 le norme non vietavano di assumere parenti. Avevo 26 anni, ero di fronte a una sfida per me nuova dopo aver lasciato il mio lavoro nel settore privato e avevo bisogno di mia madre, è la persona di cui ho più fiducia. Lei è un insegnante di italiano, mi aiutava a preparare i discorsi e si era messa in aspettativa non retribuita. Per quello era venuta con me a Bruxelles» - chiarisce la Comi - «Nel corso di quell'anno, però, il regolamento fu cambiato. Mia madre compariva ancora per un errore, commesso in buona fede, del mio commercialista, che pensava ci fosse una deroga di un anno».



Quando le viene chiesto come mai si sia accorta di questo solo oggi, l'europarlamentare del Ppe spiega: «L'ho saputo solo nel 2016, è un po' come quando arriva un accertamento di Equitalia a casa. Pensavamo ci fosse una deroga di un anno, ma ora sono costretta a restituire complessivamente 126 mila euro, sto dando indietro gli stipendi lordi ricevuti da mia madre, comprensivi delle tasse.
Oltre il danno anche la beffa
. Ho già anticipato una prima tranche, il resto viene scalato dal compenso di europarlamentare, finirò di restituire tutto nel 2019».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 9 Marzo 2017, 11:05
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