Governo, tagli alla spesa pubblica per almeno
7 miliardi. Domani Renzi incontra i ministri

Governo, tagli alla spesa pubblica per almeno ​7 miliardi. Domani Renzi incontra i ministri

di Alessandra Severini
ROMA - Confermare il bonus da 80 euro, ridurre la pressione fiscale, incentivare la ripresa. Tutto senza sforare i vincoli europei. Un'impresa quasi proibitiva per la quale servono risorse. Il governo Renzi mette allora mano alle forbici e prepara una serie di interventi diretti a tagliare con decisione la spesa pubblica.





È nel vertice di ieri fra il premier Renzi, il ministro del Tesoro Padoan e il commissario alla spending review Carlo Cottarelli che è stata messa a punto la strategia di battaglia che dovrebbe realizzarsi poi con la legge di stabilità. L'obiettivo è di inserire nella manovra autunnale tagli alla spesa pubblica per almeno 7 miliardi per arrivare a 20 in tre anni.



Mercoledì comunque è previsto un giro di incontri fra il premier e i rappresentanti del suo esecutivo per individuare le voci di spesa dei singoli ministeri su cui far calare le forbici. E anche se l'incontro di ieri è stato, secondo fonti governative, un briefing sul metodo da seguire per i risparmi di spesa, il commissario Cottarelli ha presentato la sua corposa lista delle voci su cui intervenire. Dalla Difesa alla riduzione dei dipartimenti della Presidenza del consiglio, dall'accorpamento di alcuni corpi di polizia fino al riordino della rete diplomatica. Il calcolo vede risparmi dai ministeri per almeno 7 miliardi con il diktat per cui ogni dicastero dovrà contribuire alla spending con un taglio del 3% della sua spesa. Dopo le proteste e le minacce di sciopero, il ministro dell'Interno Alfano si è comunque affrettato a rassicurare i poliziotti: «Ci sono le condizioni per lo sblocco degli stipendi delle forze di polizia».



Altre risorse dovrebbero arrivare invece dalle privatizzazioni e dai tagli alle partecipate pubbliche, mentre il governo è impegnato anche alla stesura del jobs act che viene considerato un'altra riforma prioritaria. Ma l'esecutivo non vuole rimanere insabbiato nelle polemiche sull'art.18 e cercherà di non toccare la norma concentrandosi su inserimento e formazione, revisione degli ammortizzatori sociali, e nuovo contratto a tutele crescenti.



Le intenzioni del governo dovranno però fare i conti con il Parlamento (dove i malumori già serpeggiano anche in maggioranza) e con i sindacati. La Fiom ha annunciato otto ore di sciopero e una manifestazione nazionale per il 25 ottobre. Anche la Cgil ha annunciato per i primi giorni di ottobre una manifestazione di piazza.



Ma che l'economia italiana abbia bisogno di una dura scossa lo dicono i numeri. Secondo Confesercenti l'anno si chiuderà in recessione. Le risorse delle famiglie sono “mangiate” dalle tasse e non vanno ai consumi: tra il 2009 e il 2012 le famiglie e le imprese italiane hanno pagato «20 miliardi in più di imposte e tariffe».
Ultimo aggiornamento: Martedì 9 Settembre 2014, 13:42
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