Ruby, Bruti Liberati difende la Boccassini:
"Ottimo lavoro e poche spese per le indagini"

Ruby, Bruti Liberati difende la Boccassini: ​"Ottimo lavoro e poche spese per le indagini"

di Giammarco Oberto
«Ilda Boccassini è stata attaccata spesso in modo vergognoso per il caso Ruby, dimenticando che a lei e ai suoi collaboratori della direzione distrettuale antimafia di Milano si devono in questi anni le indagini più importanti che sono state fatte sulla 'ndrangheta in tutto il territorio nazionale, con un'efficienza e un riscontro da parte degli uffici giudicanti assolutamente straordinario. In quattro anni i procedimenti più importanti sono arrivati alla sentenze definitiva della Cassazione».



È rimasto in silenzio più che ha potuto, il procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati. Come è suo costume, non aveva voluto commentare la sentenza della Cassazione della settimana scorsa che ha confermato l'assoluzione di Silvio Berlusconi per il caso Ruby: «Non l'ho fatto per il primo grado, non l'ho fatto per il secondo, figurarsi se lo faccio per la sentenza di terzo grado». Ma il fuoco di fila a cui è stata sottoposta la procura di Milano e soprattutto il suo magistrato Ilda Boccassini, titolare dell'inchiesta sulle notti di Arcore, lo ha costretto ha prendere la parola. Ieri è comparso su Sky Tg24, intervistato da Maria Latella. Per difendere un'indagine durata cinque anni e finita con un buco nell'acqua.



«La Cassazione si è pronunciata, si rispettano tutte le decisioni, ma io credo che proprio le motivazioni delle sentenze di appello, e poi vedremo quelle della Cassazione, dimostrano come l'indagine fosse doverosa. I pubblici ministeri né vincono né perdono i processi: fanno le indagini le portano alle analisi dei giudici», ha spiegato il procuratore capo. E ha risposto anche all'accusa di aver dilapidato una montagna di soldi pubblici per inchiodare inutilmente l'ex Cav: «Contrariamente a quello che si dice, l'inchiesta è stata condotta da una piccola squadra di polizia giudiziaria con un numero limitatissimo di intercettazioni telefoniche: 66mila euro tutto compreso, come per una piccola indagine per spaccio di stupefacenti di periferia».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 16 Marzo 2015, 08:30
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