Coppia dell'acido, respinta la richiesta dei domiciliari: dopo il parto Martina e il bimbo all'istituto Icam

Coppia dell'acido, respinta la richiesta dei domiciliari: dopo il parto Martina e il bimbo all'istituto Icam

di Claudia Guasco
Sette righe in stampatello, indirizzate alla direzione del carcere di San Vittore e destinate all'uficio del gip. "La sottoscritta Martina Levato chiede di essere trasferita all'Icam subito dopo il parto. La presente istanza viene uniamente a voi comunicata essendo per legge richiesto il vostro parere". E' il 7 agosto 2015 e l'ex bocconiana, la metà femminile della diabolica coppia dell'acido, prende carta e penna e scrive al giudice. A Ferragosto nascerà il bambino che aspetta da Alexander Boetcher, il broker con cui ha condiviso una passione malata prima e un futuro in carcere adesso, e Martina vuole tenerlo con sé.









Ma poiché a San Vittore non c'è una struttura adatta, il gip di Milano Claudio Castelli ha accolto il parere favorevole del pm Marcello Musso e ha disposto che la giovane, dopo la nascita del piccolo, sia trasferita all'Icam, l'Istituto a custodia attenuta per detenute madri. Ieri, davanti al Tribunale del riesame, si è discussa la nuova istanza di concessione dei domiciliari avanzata dall'ex bocconiana. La richiesta però è stata respinta in quanto, scrivono i magistrati, esistono "esigenze cautelari di natura eccezionale".



ATTI PURIFICATORI

Martina Levato, condannata a 14 anni di carcere con l'amante Alexander Boettcher per aver sfregiato con l'acido lo studente Pietro Barbini, con cui aveva avuto una relazione, e' in attesa di processo per altre aggressioni. La sua gravidanza, come ha raccontato agli psicologi, non è estranea alla pianificazione degli attacchi: "Quando ho pensato di essere madre, dovevo liberarmi da esperienze corporee negative, che non avevo condiviso, ero contaminata, adesso il mio corpo si è liberato". Con l’acido la coppia voleva cacellare il volto dei ragazzi che hanno avuto rapporti con Martina, alla quale i giudici hanno respinto per due volte la richiesta di arresti domiciliari. La pericolosità di Martina e Alex, secondo il tribunale, è legata a uno stile di vita estremo e sessualmente promiscuo, che avrebbe potuto sfociare in altri "atti purificatori". Oltre ai 14 anni di carcere i due giovani sono stati condannati alla pena accessoria dell’interdizione legale, con la decadenza della responsabilità genitoriale. Ma poiché si tratta di una sentenza di primo grado non è definitiva e dunque deve essere trovata una soluzione per il bambino in arrivo.



LA DECISIONE DEL TRIBUNALE DEI MINORI

Il primo passo sarà l'Istituto a custodia attenuata di via Macedonio Melloni. Il pm Musso, infatti, ha ricevuto una relazione della direzione del carcere di San Vittore in cui si sottolinea che il carcere milanese non ha una struttura idonea per accogliere la giovane madre e il bambino che rispetti le norme imposte della legge 62 del 2011 che, "salvo casi di eccezionale gravità", vieta il carcere a detenute con figli fino ai tre anni. In assenza di una diversa decisione del Tribunale dei minori, che potrebbe decidere l'affidamento ai nonni o l'adozione del neonato presso un'altra famiglia, Martina potrebbe quindi rimanere all'Icam per tre anni. Nel suo parere favorevole al gip, il pm Musso rileva che l'Istituto "appare una struttura detentiva idonea a fronteggiare le più volte ritenute esigenze cautelari di eccezionale rilevanza che pone la detenuta Levato, tanto che risulta che in essa struttura vi siano allocate detenute (madri di figli minori dei 3 anni) imputati di gravissimi fatti di omicidio". Tuttavia, aggiunge il magistrato, "si deve anche tenere conto dell'eventuale, possibile pronuncia del Tribunale dei minori, il quale potrebbe disporre l'allontanamento del neonato dalla madre". In questo caso si deve "prevedere l'immediato rientro della Levato nella casa circondariale di San Vittore". Significa che dopo il parto il bimbo verrebbe fatto vedere alla mamma e subito portato via. E Martina tornerebbe in cella da sola.
Ultimo aggiornamento: Martedì 11 Agosto 2015, 16:29