Auditel, salta la rilevazione degli ascolti:
"I dati non verranno diffusi per due settimane"

Auditel, salta rilevazione ascolti: i dati non verranno diffusi per 2 settimane

di Donatella Aragozzini
ROMA - Due settimane, a partire dalla giornata odierna, senza sapere chi ha vinto e chi ha perso nella battaglia degli ascolti televisivi. È la conseguenza del provvedimento che il cda Auditel ha deciso di prendere dopo il pasticcio del 1° ottobre, quando per un errore tecnico sono state divulgate le identità di circa 4.000 delle 5.666 famiglie campione – ossia dotate di “people-meter”, un'apparecchiatura elettronica che rileva automaticamente su quale canale si è sintonizzati – che dovrebbero essere rappresentative dell'intera popolazione.





«A oggi non risultano alterazioni dei dati», ha comunicato in una nota Nielsen, fornitore del servizio per l'Auditel, spiegando di aver «avviato un'indagine interna sui suoi sistemi e processi e adottato una serie di procedure in grado di determinare l'entità dell'episodio e identificare eventuali anomalie».



In un sistema televisivo che dal 1986 fonda l'entità degli investimenti pubblicitari e le linee editoriali di ogni rete tv esclusivamente sulle preferenze dei telespettatori, è però impensabile uno stop della rilevazione, che infatti nel frattempo andrà avanti, anche se i dati non saranno resi pubblici, ma riservati «alle sole emittenti per analisi dei palinsesti», come informa Auditel, spiegando che inoltre la società «procederà, nei prossimi mesi, alla completa sostituzione dell'attuale campione e contemporaneamente proseguirà, come previsto, nel processo di allargamento del numero di famiglie per un totale di 15.600».



Un provvedimento che comunque non convince né la Rai, con il segretario della commissione di Vigilanza Michele Anzaldi che parla di «un sistema arrivato al capolinea» e invita la tv di Stato a tutelarsi subito «anche per evitare eventuali iniziative da parte degli inserzionisti, alla luce del rischio di mancata attendibilità dei dati sugli ascolti», né Mediaset, che fa sapere di non poter «accettare una pausa superiore alle due settimane annunciate. In caso contrario, si vedrà costretta a ricercare ogni possibile e lecita soluzione al fine di dare certezza al mercato».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 15 Ottobre 2015, 12:34