Stuprata e rapinata da un 19enne ivoriano,
Lui si difende: "Non l'ho violentata"

Stuprata e rapinata da un 19enne ivoriano, ​Lui si difende: "Non l'ho violentata"
CUNEO - Essere violentata, in piena mattina, mentre si percorre in bicicletta la pista ciclabile di un parco. Essere gettata a terra, colpita a calci e pugni, poi stuprata. Essere, per sfregio, per gioco, rapinata di 15 euro e lasciata così, inerme e offesa. E all'improvviso quel parco, luogo incantevole di Cuneo, zona protetta del Piemonte, vederlo trasformarsi nella scena di uno dei crimini più orrendi.



È il dramma vissuto, mercoledì scorso, da una cuneese di 46 anni. Oggi l'arresto di un giovane 19enne originario della Costa d'Avorio. Portato nella notte in Questura, il ragazzo ha confessato di essersi ubriacato quel giorno, di aver aggredito la donna, di averla spinta a terra e derubata, di averla picchiata, ma non di averla stuprata.



A smentirlo la vittima, che lo ha riconosciuto, e la bicicletta, su cui era in sella quando è stato ripreso dalle telecamere del Parco e su cui era in sella, in centro a Cuneo, quando è stato fermato dalla Polizia. Il racconto della donna non lascia, invece, alcun margine ai dubbi. È accaduto in pieno giorno, tra le 10 e le 10.30 in quel Parco fluviale Gesso e Stura, orgoglio ambientalista. Vialetti immersi in una vegetazione ricca, incantevole. La donna pedalava tranquilla quando è stata avvicinata, gettata a terra e quindi il resto, in una escalation di brutalità. La vittima si è dibattuta, ha gridato, ha chiesto aiuto, ma nessuno in quel momento ha percorso quel vialetto.



Era sola: lei e il suo aguzzino. Dopo che lui si è allontanato, ha raccolto le forze, si è recata in ospedale, dove hanno certificato la violenza, ha sporto denuncia. Immediate le indagini della Questura che nell'arco di 36 ore ha individuato il giovane ivoriano. Una famiglia integrata la sua. Papà e mamma che lavorano, solo lui qualche problema con l'alcol, qualche fuga da casa.



Immediata la reazione della Lega Nord, della presidente provinciale di Cuneo Gianna Gancia e di Roberto Caderoli. Chiedono «certezza della pena e castrazione chimica». E Gancia aggiunge: troppi «i casi di violenza sessuale e stalking sono ormai all'ordine del giorno, dov'è la Sinistra che governa Comune, Provincia e Regione? Renzi con la sua compagnia cinguettante ha creato i presupposti di questo caos e deve andare a casa. Una nazione ridotta cosi, non si governa con i tweet».
Ultimo aggiornamento: Sabato 25 Luglio 2015, 11:21
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