Scuole al freddo, la protesta: "I riscaldamenti non funzionano"

Scuole al freddo, la protesta: "I riscaldamenti non funzionano"

di Lorena Loiacono
Una scuola da brividi, nel senso letterale del termine, dove a far battere i denti non è la paura di esami e interrogazioni. Piuttosto la temperatura. E allora a lezione ci si va con la coperta: a scuola, infatti, i riscaldamenti proprio non vanno.
 


A riverlarlo è un sondaggio realizzato dal portale per studenti, Skuola.net, realizzato su un campione di 4500 ragazzi dalle medie alle scuole superiori. Tra questi, solo il 63% è soddisfatto della temperatura in classe. Gli altri si lamentano: troppo caldo o troppo freddo. Con i relativi disagi. In tutta Italia casi di cronaca parlano di scioperi e autogestioni per questo motivo. Sui social gli studenti si mostrano alle prese con coperte, cappotti e stufette.
 


L’inverno è ormai arrivato ma le scuole sono fredde, a volte freddissime: molto dipende dalla zona. Se, quindi, i ragazzi del Sud in qualche modo possono arrangiarsi, quelli del Nord e di alcune aree del Centro battono i denti. Ma ci sono anche gli studenti per i quali il riscaldamento funziona fin troppo, e la temperatura sale eccessivamente.
 


Per il 17% degli studenti funziona ma la temperatura è troppo bassa, quasi impercettibile. Mentre in un altro 10% non funziona proprio, anche se non sempre per lo stesso motivo: in alcuni istituti è rotto, in altri semplicemente non ci sono i soldi per tenerlo accesso per tante ore al giorno. Solo il 63% sembra avere la giusta temperatura in classe (che dovrebbe essere, per legge, intorno ai 20 gradi). Il 10% degli studenti interpellati, inoltre, riferisce che nella propria aula per quanto fa caldo sembra estate.
 


Ma come si organizzano i ragazzi per combattere il freddo? Negli ultimi tempi stanno circolando sui social network le foto di studenti nelle condizioni più disparate. A Torino, ad esempio, gli alunni di un liceo hanno messo in scena una singolare protesta: arrivati a scuola con plaid, coperte, sciarpe e cappelli si sono rifiutati di entrare in classe rimanendo nei corridoi. Una ‘rivolta silenziosa’ per far accendere i caloriferi più ore al giorno. A Termoli (Molise) e Brescia, invece, gli alunni di due istituti hanno deciso di scioperare contro le temperature polari delle aule, rimanendo fuori dagli edifici finché non verrà ripristinato il riscaldamento.
 


E chi sceglie la strada della rassegnazione, andando regolarmente a scuola? Nel 29% dei casi (tra chi denuncia temperature basse) si veste come se dovesse andare in montagna, mettendo strati su strati di vestiti per poi regolarsi in base alla temperatura che troverà una volta arrivato. Più della metà, però, passa alla soluzione radicale: restare con giacconi, sciarpe e cappelli anche in classe. Un altro 10% porta con sé una coperta per riscaldarsi mentre è costretto a stare seduto fermo sulla sedia. Solo un 5% ha invece il coraggio di attaccare una stufa che faccia da ‘supplente’ al riscaldamento centralizzato. Altrove c'è anche chi deve tenere le finestre aperte - il 72% di chi ha in classe termosifoni “bollenti” - o indossare le maniche corte nel 19% dei casi, per sopportare le temperature troppo elevate
Ultimo aggiornamento: Giovedì 15 Dicembre 2016, 19:48
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