Il marito: "Cristina sempre aiutata
Pensava solo ai suoi due bambini"

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di Alberto Comisso e Cristina Antonutti
PORCIA (pN) - «Non è stata mai lasciata da sola». Loris Piva, 39 anni, operaio alla Telemetrica di Udine, ieri era uscito di casa tranquillo. Si era accorto che sua moglie Cristina non stava bene, ma sapeva che ad aiutarla sarebbe arrivato suo suocero, che abita a Porcia dall’altra parte del lago della Burida, in via Valstorta. I genitori di Piva aiutavano la nuora con affetto a combattere quella brutta bestia che è la depressione, malattia da un paio d’anni aveva segnato una mamma orgogliosa e felice dei suoi bimbi. Ieri i suoceri di Cristina sono partiti per Asti, si erano concessi un paio di giorni insieme agli amici per partecipare all’Adunata degli alpini. Erano in corriera, quando sono stati avvertiti della immane tragedia.

Proprio perchè i suoi genitori erano via - ha spiegato Piva alla Polizia - il marito si è rivolto al padre di Cristina. Anche perchè il piccolo Federico da un paio di giorni aveva la febbre alta, a 39, ed era rimasto a casa da scuola. Il padre ieri mattina è andato in via Zuccolo, ha preparato la colazione per Federico e dopo aver aiutato la figlia nelle faccende di casa, si sono preparati per andare in via Valstorta: «Vieni con me», le ha detto il padre. «No, vai, io vengo dopo da sola», ha risposto Cristina. Lui ha insistito, ma lei è stata irremovibile. Ha infilato il giubbotto a Federico, lo ha sistemato sul seggiolino, nel sedile posteriore della sua Volkswagen Touran, e si è diretta verso Pordenone. In via Cappuccini ha svoltato in via Burida dirigendosi verso il lago. Ancora poche centinaia di metri e sarebbe arrivata all’abitazione dei genitori. Invece ha svoltato dove c’è il rifugio dei gatti randagi. 

«Ero nel cortile di casa quando all'improvviso sono stato richiamato dalle urla di una anziana» racconta Ferruccio Barei, 59 anni, da poco rientrato a casa dal lavoro. «Una volta raggiunta la riva mi sono buttato» «Vedevo le bolle d'aria affiorare in superficie - racconta - ed era proprio in quel punto, a pochi metri dalla riva, che si trovava l'auto. Il fondale era buio: si riusciva a vedere ben poco. Sono però riuscito a scorgere la vettura, che era capottata, e all'interno una sagoma. Poi, non avendo più ossigeno, ho dovuto risalire». A quel punto Ferruccio Barei, che era stato raggiunto dalla moglie e dalla figlia, ha capito che la situazione era disperata. Così ha chiamato il 118, arrivato sul posto con un'ambulanza e con l'elisoccorso. Si è fermato al bordo dell’acqua per alcune ore - alle 15 avrebbe dovuto tornare al lavoro - dando indicazioni utili agli inquirenti e ai vigili del fuoco. Una volta portati a riva i corpi senza vita di madre e figlioletto, con un cenno della mano in direzione di moglie e figlia se n'è andato verso casa. Con gli occhi lucidi.
Ultimo aggiornamento: Domenica 15 Maggio 2016, 09:25
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