M5S, Grillo vara l'alleanza con l'Alde e scontenta la base

M5S, Grillo vara l'alleanza con l'Alde e scontenta la base

di Alessandra Severini
Dopo la svolta sugli amministratori indagati, non più costretti a dimettersi, arriva una nuova inversione di marcia nella linea politica dei 5 stelle. La svolta riguarda le alleanze europee, con Beppe Grillo che, con un post sul blog, propone al Movimento di lasciare il gruppo euroscettico di Farage al Parlamento europeo ed entrare nell’Alde, il gruppo europeista e liberale di Guy Verhofstadt.

La mossa a sorpresa lascia stupefatti e irritati gli stessi parlamentari pentastellati, anche se il leader la spiega come una tattica dopo la Brexit, un modo per contare di più nell’Unione europea. La proposta potrà essere votata online fino alle 12 di oggi e gli iscritti potranno scegliere tra tre alternative: restare nel gruppo Efdd con Farage anche se dopo la Brexit, sostiene Grillo, l’Ukip si prepara a dire addio all’Ue e dunque il gruppo «non avrà interesse a portare a casa risultati concreti». Oppure entrare nel gruppo misto europeo, ma questo comporterebbe la perdita di una serie di prerogative, sia in termini di «diritto di parola», sia in fondi «da spendere sul territorio». La terza opzione, quella evidentemente preferita dal leader 5 stelle è dunque «entrare nell’Alleanza dei liberali e democratici» pur mantenendo «totale libertà di voto». In tal modo, spiega Grillo, Alde «diverrebbe il terzo gruppo del Parlamento Ue» e questo darebbe «al Movimento 5 Stelle più peso da ago della bilancia».

Intanto però la base ribolle. Sul blog le reazioni dei militanti sono per lo più negative, con forti critiche per la mancanza di democrazia interna e di coerenza. Gli eurodeputati 5 stelle dicono di essere stati lasciati «totalmente all’oscuro” della novità. Sembra in realtà che il leader pentastellato non abbia concordato la svolta neanche con i parlamentari italiani, che non nascondono l’insofferenza: «Meglio soli che male accompagnati e un po’ ipocriti», commenta Carlo Sibilia. Non è il solo a criticare una scelta che porterebbe il Movimento 5 stelle «a fianco di chi sostiene il Ttip (il Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti) e difende l’euro», due temi su cui M5s è sempre stato fortemente critico. Intanto, gli altri partiti attaccano. Il leader leghista Matteo Salvini parla di un «voltafaccia a favore di euro e immigrazione» compiuto per ottenere «poltrone», mentre il Pd con Debora Serracchiani incalza: «Da Farage a Alde, da No a Sì euro: Grillo mobilita le folle del web come Benito a piazza Venezia. Tutti applaudono decisioni già prese».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 9 Gennaio 2017, 08:52
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