L'Aquila, quattromila alla fiaccolata 8 anni dopo il terremoto

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Circa quattromila persone hanno partecipato stanotte alla silenziosa fiaccolata partita da via XX settembre, davanti al tribunale, per commemorare le 309 vittime del terremoto dell'Aquila nell'ottavo anniversario di una tragedia ancora viva nel ricordo delle popolazioni terremotate. Il lungo serpentone è guidato dai familiari delle vittime con striscioni e molte foto dei loro cari scomparsi alle 3 e 32 del 6 aprile scorso.



Presente anche un gruppo di terremotati di Amatrice, Accumoli (Rieti) e Arquata del Tronto (Ascoli Piceno), gli sfollati di Campotosto (L'Aquila) ospitati all'Aquila, il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, il presidente della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso, il ministro per la Coesione territoriale Claudio De Vincenti e il sottosegretario con delega alla Ricostruzione, Paola De Micheli.



Ricordo il primo anno che qui camminavamo in una desolazione totale e al buio, oggi attraversiamo una strada in gran parte ricostruita e in una città in ricostruzione - dice Cialente - abbiamo svalicato la salita ma non dobbiamo dimenticare chi non c'è più e chi ha subito il terremoto del 24 agosto, dobbiamo essere legati ad Amatrice». «Il modo migliore per non dimenticare - aggiunge - è ricostruire in sicurezza e qui lo stiamo facendo, le nostre case hanno un grado di sicurezza dal 60 al 100 per cento». Alla fiaccolata anche numerosi sindaci del nuovo cratere sismico del Teramano. «Oggi il 77 per cento delle persone è rientrato in casa - sottolinea De Vincenti - segno che la ricostruzione privata è a buon punto. Il nostro obiettivo resta quello della ricostruzione del centro storico entro il 2020 e dell'intera città nel 2022. La ricostruzione pubblica invece è al 50 per cento e qui dobbiamo accelerare».



«Ritengo sia un bilancio che segna con forza l'impegno di Governo, Regione, Comune e cittadini - aggiunge il ministro - stiamo anche lavorando al rilancio delle attività produttive e ci sono molte eccellenze. Dieci giorni fa sono stato ai laboratori del Gran Sasso dove ho visto un'eccellenza mondiale legata a un territorio che ha tutte le carte in regola per essere volano economico e produttivo». «Ritengo che L'Aquila diventerà una delle cinque più belle città d'Italia - rileva D'Alfonso - e sarà restituito il diritto allo stupore. Va benissimo la ricostruzione privata, ora viene il momento di quella pubblica e bisogna far sì che la creatività economica ritrovi collocazione, va ricreato il diritto alla meraviglia positiva». Sul nuovo decreto per il terremoto del Centro Italia, il presidente della Regione dice: «Ho messo il voto dieci, per la lode aspettiamo che venga inserita anche la zona franca, sarebbe la prima volta che, accanto a un provvedimento che dà piena copertura economica e finanziaria segua un provvedimento di rianimazione economica attraverso tre anni di superamento degli obblighi fiscali a favore delle aziende che hanno avuto almeno il 50 per cento dei danni». A proposito delle proteste dei terremotati di Lazio e Marche, che lo scorso fine settimana hanno presidiato Montecitorio e bloccato la viabilità sulla Salaria ad Arquata del Tronto, D'Alfonso parla di «una segnalazione di ulteriore valore politico. Dobbiamo lavorare per estendere il cratere con reciproco dialogo e intelligenza, penso ad Arischia e al centro storico di Penne dove ci sono tremila abitanti e molte attività economiche». 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 6 Aprile 2017, 09:16
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