Killer di Berlino, Amri fuggiva verso la Sicilia: caccia ai complici
di Sara Menafra
Fondamentale, nel ricostruire questo percorso, sarà l'arrivo di una informativa proveniente dalla Germania sul documento falso che era stato trovato in tasca al giovane tunisino alcune settimane prima dell'attentato di Berlino, durante un controllo nel Nord Reno Westfalia. Il permesso di soggiorno era falso e, da pochi giorni, si sa che molto probabilmente era stato falsificato a Palermo. Gli investigatori tedeschi, che lo sequestrarono allora, hanno deciso di condividere le informazioni con l'Antiterrorismo italiano.
Quel documento proveniva, appunto, dalla Sicilia, dove Amri ha passato ben quattro anni, dal 2011 al 2015, quando è stato messo fuori dal Cie con un decreto di espulsione non eseguito in tasca. Ed è anche per questo che una delle ipotesi più accreditate è che proprio in Sicilia, l'attentatore di Berlino volesse tornare, magari dopo aver passato qualche tempo nascosto nel nord o centro Italia (qui ha di certo qualche vecchio amico) in attesa che le acque si calmassero. La Sicilia avrebbe potuto essere una buona base anche per provare a tornare a casa, ovviamente tra qualche tempo. Non è l'unica ipotesi a cui lavorano parallelamente Antiterrorismo e Digos e le procure di Milano e Roma. Le ipotesi possibili sono almeno tre: Amri avrebbe potuto dirigersi verso i Balcani, attraversando il Veneto; restare sulla penisola; o, sempre dopo un percorso tortuoso e non lineare, il rientro verso la Sicilia. E' certo che al momento della fuga Amri abbia attivato praticamente tutti i contatti che aveva e dei quali si fidava: le autorità spagnole, ad esempio, hanno identificato una persona contattata il 19 nel loro paese.
Ultimo aggiornamento: Martedì 27 Dicembre 2016, 11:20
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